Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

SEEYOUSOUND V: Lords of Chaos, di Jonas Åkerlund

Presentato in anteprima italiana come uno degli eventi più attesi di questa edizione di SEEYOUSOUND, il film è tratto da Lords of Chaos. La storia insanguinata del metal satanico, scritto nel 1998 da Michael Moynihan e Didrik Søderlind e pubblicato in Italia nel 2010.
Girato da Jonas Åkerlund, regista di videoclip tra i più noti al mondo, il lungometraggio racconta l’affermazione sulla scena del black metal norvegese del gruppo dei Mayhem, del loro leader Euronymous e del cantante Burzum, i quali si macchiarono di una serie di crimini tra il 1984 e il 1993.

A parte un riferimento iniziale all’alto tasso di suicidi nei Paesi scandinavi, (che le statistiche attribuiscono alla solitudine degli individui, distribuiti in grandi estensioni territoriali con una ridotta possibilità di contatti umani, o alla carente esposizione alla luce del sole) il film non intende spiegare le ragioni per cui dei giovani dotati musicalmente e intellettualmente, con alle spalle famiglie normalmente presenti e affettuose, scelgano il satanismo, il neonazismo, la violenza, anche quella autoinflitta, finendo – alcuni di loro – col perdere se stessi.

Il regista, vicino a quella cultura in quanto ex-batterista del gruppo heavy metal Bathory, si limita a illustrare la fuga dalle convenzioni borghesi, tipica dell’adolescenza, quale elemento unificante i giovani protagonisti. Forme di disagio psicologico non dichiarate, riferibili a taluni. E anche una spregiudicata determinazione a ottenere visibilità e fama, come teorizza il carismatico frontman Euronymous, che porta diversi componenti del gruppo ad un crescendo di azioni sempre più eclatanti e violente.
Åkerlund è autore apprezzato di videoclip per molti artisti e gruppi musicali di fama internazionale: lo rivelano le sequenze oniriche tra sfondi naturalistici o le riprese delle chiese devastate dagli incendi nei momenti più drammatici del film. Il risultato complessivo, quindi, è il trasferimento della sua poetica dai filmati di tre-quattro minuti ad un lungometraggio riuscito e coinvolgente.
Se pure il film non è “a tesi”, il finale rivela meno cinico e in qualche modo redento dall’amore il protagonista Euronymous:  da segnalare  in questo ruolo l’ottima prova d’attore di Rory Culkin (fratello del più noto Macaulay, il bambino pestifero di “Mamma ho perso l’aereo“), il cui sguardo infelice e smarrito non si dimenticherà facilmente.

Con Rory Culkin, Emory Cohen, Anthony De La Torre

Dal 22 febbraio 2019 nelle sale torinesi.

 

Voto: 7,5/10

Anna Scotton
annas@vicini.to.it

 

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