Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Il Paradiso al femminile di Serena Dandini

Salone del Libro

Serena Dandini (de Sylva, per completezza) si presenta a braccia aperte da un ingresso laterale. Entusiasta. “Come sono felice di vedervi ”. Felice lo è davvero e si vede. “Vedi un po’ c’è anche il fotografo”.

L’occasione, al Salone del libro, è la presentazione del suo podcast “Il Mio Paradiso”; la accoglie Mario Calabresi nella sua attuale veste di direttore di Chora, “Podcast Company” che “vuole dare voce a una vasta gamma di narrative autentiche, attraverso un’unione non convenzionale di formati.

Dopo molti anni da serissimo direttore de La Stampa” sottolinea, rimarcando la multimedialità delle proposte della Società.

Abbiamo tutti nostalgia del paradiso, da dove siamo stati cacciati. Ma forse è Dio che se ne è andato da lì, perché noi quel paradiso lo abbiamo distrutto”.

Il paradiso di Dandini è quello vissuto nell’infanzia, dalla nonna, ma il modello è inevitabilmente il Paradiso Terrestre. Un modello tutto femminile con al centro la mela addentata da Eva. “Meno male che c’era Eva. Figurati Adamo: stava a crogiolarsi. Se non ci fosse stata Eva a prendere a morsi la mela saremmo ancora lì ad aspettare che il mondo si muova. Ma quale mela, poi. La mela deve essere comparsa ben dopo, con la nostra cultura del bene e del male : mela… malus…Il Paradiso Terreste me lo vedo ricco, lussureggiante, pieno di frutti esotici.”

Magari la mela era una papaia” si insinua Calabresi. “O un mango” chiude Dandini. Magari un frutto della passione, che si presta meglio al peccaminoso associato alla cacciata.

La passione e l’ossessione per le piante ed i giardini sono il tema che percorre le 6 puntate del podcast. Dalla Madeleine di Proust, memoria involontaria evocata da un sapore, nello specifico, quello di un morbido dolce che viene inzuppato nel tè. Ad Agatha Mary Clarissa Miller, Agatha Christie, la peggior assassina seriale di tutti i tempi, con ben 256 omicidi a suo carico, affascinata ed ossessionata dal veleno, arma letale ed incruenta, di cui studiava le piante produttrici durante i lunghi viaggi scenario dei suoi gialli. A Friedrich Schiller, che invece riusciva a scrivere solo se avvolto dall’odore nauseabondo delle mele marce. E per non farselo mancare, si faceva portare di continuo cassette di mele marce…fresche.

Ancora, a Margaret Mee, pittrice, botanica e attivista politica che per tutta la vita fu ossessionata dal fiore di luna, una pianta che fioriva una sola notte all’anno in un solo punto della foresta amazzonica. E le ninfee di cui Monet si circondò e che continuò a dipingere in modo compulsivo fino alla fine della vita.

Nei racconti di Dandini, sottolineati dalla voce sensuale fuori campo di Orsetta De Rossi, antica compagna della TV delle ragazze (su le mani all’unisono e ululati in sala: ma che ci sto a fare qui, io, maschietto inutile? Mi chiedo) contrappunto ironico e irriverente  compaiono altre forme vegetali. C’è il ricordo del chiodo arrugginito che la nonna metteva nelle ortensie, ma la tonalità di blu che veniva vagheggiata ad ogni nuovo tentativo, non veniva mai raggiunta. Blu polvere. Già, si sa che la gamma di colori della fantasia femminile non si limita allo sbiadito arcobaleno: serve almeno la mazzetta dell’imbianchino.

E si arriva al cetriolo, frutto (o verdura?) immancabile nella mensa ammiccante di Dandini. In particolare l’ossessione adesso è quella dell’imperatore Tiberio, di cui rimane, ben al di là delle sue imprese militari, la ricetta del cetriolo affettato, spiegata da Dandini:

Ingredienti

Cetrioli – pecorino – olive – prezzemolo – aglio – succo di limone – olio evo – pepe – sale

Preparazione

Spuntate e sbucciate dei cetrioli, affettateli a forma di rotella e disponeteli sul colapasta spolverato di sale.
Schiacciate dell’aglio, raccogliete polpa e liquido in una tazza e preparateci una salsa,…

Mancandoci sul momento la presenza di spirito capace di cogliere il valore gastronomico della ricetta, e annotarla, rimandiamo ad un sito che la descrive per intero (https://ilfaro24.it/cetrioli-dellimperatore-tiberio/).

L’dea del giardino suggerisce anche una riflessione: il giardiniere sarebbe un buon uomo politico. La pazienza del seminare e saper attendere l’anno successivo per vedere i frutti, è una dote di cui avremmo bisogno, come cittadini.

Al termine della intensa e spumeggiante rappresentazione in Sala Rossa, veniamo invitati ad accompagnare il trio all’Oval, dove ci attende un’esperienza con il podcast vero e proprio (stralci dai racconti ascoltati dal vivo in sala), sotto una mezza mongolfiera che pubblicizza Audible, Società di audiolibri di Amazon. Messe le cuffie, Calabresi chiede ad una spettatrice dove ascolta i podcast “in auto” “e lei?” mentre svolgo le faccende domestiche”. “Certo si può ascoltare facendo praticamente tutto” si inserisce Dandini. Si ferma un attimo, sorniona. “Meno il sesso”. Uno spettatore fa un movimento con la testa, quasi impercettibile. Dandini lo guarda “Nooo anche quello!”.

Il podcast di Serena Dandini è prodotto da Chora Media in esclusiva per Audible Original.

 

Gianpaolo Nardi con il contributo di Maria Cristina Bozzo

gianpaolon@vicini.to.it

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