Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Venezia 80: sezioni collaterali

Anche le cosiddette  rassegne “minori” hanno rivelato opere accattivanti, che si auspica siano valorizzate dai distributori cinematografici italiani. In the land of saints and sinners di Robert Lorenz (ORIZZONTI EXTRA), ambientato nell’Irlanda negli anni ’70 al tempo delle stragi dell’Ira, è una trascinante storia di  redenzione e vendetta:  un ex killer  rimane coinvolto nelle conseguenze di uno degli attentati che allora infiammavano il Paese.  Una sorta di western ambientato in un’Irlanda ripresa con inquadrature che ne esaltano ambienti e suggestione naturalistica, dove a Liam Neeson il ruolo del giustiziere dall’ enigmatico passato e dalle colpe da espiare calza a pennello.

In The Summer with Carmen del regista Zacharias Mavroeidis (GIORNATE DEGLI AUTORI) Demosthenes e Nikitas sono migliori amici che stanno scrivendo la sceneggiatura di un film ispirata alle vicende sentimentali del primo. Un’opera  fresca, estiva, ironica, sexi che affronta con leggerezza profonda il tema delle relazioni familiari, amicali,  con il partner e con un cane, nella realtà queer e non solo.

Sobre todo de noche di Víctor Iriarte (GIORNATE DEGLI AUTORI) è incentrato su un figlio e due madri, e sull’amore. L’avvicinamento di Vera a Edoz, che molti anni prima è stato adottato da Cora,  conferma come ogni legame affettivo si sostanzia nella cura dell’altro. L’originalità del film sta nell’alleanza che si stabilisce tra due donne allo stesso modo vittime di una mercificazione criminosa delle pratiche adottive praticata durante il franchismo, resa nella storia per mezzo di  soluzioni stilistiche anticonvenzionali e al ritmo del thriller.

 

La sociedad de la nieve di J. A. Bayona (FUORI CONCORSO) si ispira a un episodio realmente accaduto: nel 1972, il volo 571 delle forze aeree uruguayane, che stava trasportando una squadra di rugby in Cile, precipita nel cuore delle Ande. Le immagini spettacolari riprendono i veri luoghi in cui si è svolto quello che è stato definito dalla stampa uruguaiana di allora il “miracolo delle Ande”: il gruppo ha trascorso 72 giorni sopravvivendo grazie alle qualità umane di resistenza, ingegno, solidarietà,  che uno sport di squadra come il rugby ha senz’altro favorito. Le prove fisiche e psicologiche estreme che hanno dovuto affrontare i superstiti, sono rese in maniera così verosimile e coinvolgente che anche la resistenza dello spettatore è messa a dura prova…

Anna SCOTTON

annas@vicini.to.it

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