Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

DIECIxDIECI: Linea 2 della Metro

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Siamo al 9° appuntamento del ciclo DIECIxDIECI: 10 trasformazioni x 10 circoscrizioni, organizzato da Urban Center Metropolitano, dedicato ad alcune delle principali trasformazioni urbane che nei prossimi anni interesseranno le dieci circoscrizioni cittadine.

Il 29 aprile è la volta della Linea 2 della Metro: è stato pubblicato il bando il 9 marzo scorso e la scadenza è prevista il 9 maggio. Che trascende l’interesse di una singola Circoscrizione e persino quello cittadino.

Già dall’epoca del Piano Regolatore del ’95, introduce l’architetto Giulietta Fassino, storico dello staff di Urban, si pensava a un grande intervento infrastrutturale che interessasse la Spina Centrale, un grande boulevard che doveva ricucire le due parti della città divise, da tempo immemorabile, dalla sede della ferrovia. E contestualmente avviare la ricostruzione di ampi comparti industriali in disuso e spesso in stato di abbandono. Quello che poi sono diventate la Spina 1, 2, 3,4: un grande asse Nord/Sud.

L’opportunità per la realizzazione della linea 2 è offerta proprio dalla presenza del passante ferroviario, per altri versi una ferita nel tessuto urbano cittadino.  In particolare, in questa parte della città, il dismesso scalo merci Vanchiglia, la vicinanza dell’ingresso autostradale, la chiusura della manifattura Tabacchi offrono l’occasione di avviare intorno al “trincerone”, come l’hanno da sempre chiamato i cittadini della zona, riferisce Giulietta Fassino, una rigenerazione dell’area a partire dallo scalo merci e dall’ospedale S. Giovanni.

Varie proposte, sia per quanto riguarda il percorso, sia in termini di organizzazione societaria, si sono susseguite negli anni sempre a partire dall’esistente (lo scalo Vanchiglia è contornato da varie residenze/laboratorio di attività artigianali) come dalle potenzialità costituite dalla vista sulla collina e dal Parco della Colletta. Urbanisticamente, si prospetta la realizzazione di un parco lineare su piano strada lungo il trincerone che diventerà intombato.

Nel 2010 viene approvato il Progetto Preliminare della Variante strutturale n. 200, frutto di un articolato processo di elaborazione delle ipotesi di riqualificazione fisica, ambientale, funzionale e sociale dei quartieri della zona nord Barriera di Milano e Regio Parco. La realizzazione doveva essere affidata ad una Stu, Società di trasformazione urbana: una società per azioni, a capitale misto pubblico-privato, con la partecipazione di Comuni, Province, Regioni e soci privati.

Gli effetti della crisi del 2008, e la necessità dimettere a sistema, tra l’altro, anche il sito universitario del Campus Luigi Einaudi e l’interscambio con Porta Susa, portano ad un aggiornamento delle ipotesi di lavoro nella veste di un nuovo Piano economico finanziario, il Master Plan.

Arriviamo dunque al passato recente: 2014-2015 lo studio di fattibilità ed il 9 marzo scorso l’avvio del bando per il Progetto Preliminare rivolto a società di ingegneria internazionali e che scade il 9 maggio.

La linea 2 sarà, – sottolinea il Presidente di Urban Stefano Lo Russo – insieme alla Città della Salute uno dei due capisaldi dello sviluppo urbano dei prossimi anni.” In cifre: oltre 13 km di ferrovia, 24 stazioni, un costo, secondo una stima di larga massima, di 100 milioni al km (vedere anche l’articolo su questo giornale del 9 marzo scorso.

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I requisiti cardine a cui dovranno rispondere i progettisti sono:

  • Un sistema completamente automatico, analogo a quello in essere per la linea 1 (facendo giustizia di ipotesi più “leggere”)
  • Funzionamento 24 ore su 24: viceversa la linea 1 richiede delle soste per cicli di manutenzione programmata.
  • Modulazione con le modalità della viabilità ciclabile: tradotto, la possibilità di accedere sui vagoni con la bicicletta. Si dilata la possibilità di fruizione.
  • Suddivisione dei lavori in 4 lotti (6 lotti inclusi i prolungamenti del tracciato verso il territorio di San Mauro a nord-est, e verso Piazza Bengasi – piazza Caio Mario a sud-est).

Lotto 1: Rebaudengo-Corso Novara

Lotto 2: Mirafiori-Zappata

Lotto 3:Politecnico/Crocetta-interscambio Porta Nuova

Lotto 4: Zona centrale: quest’ultimo sarà il più problematico non solo per la densità abitativa ma anche perché si tratta di superare un dislivello di circa 40 metri per passare sotto la Dora.

Per una rappresentazione del percorso, consigliamo di consultare il video prodotto da Urban.

Ogni tratta (coincidente con il lotto) dovrà essere funzionalmente indipendente: una volta completata sarà utilizzabile indipendentemente dallo stato di avanzamento degli altri lotti. Questo perché nessuno si nasconde che i costi richiederanno tempi lunghi per essere finanziati.

Il punto di vista delle istituzioni più vicine alla cittadinanza, rappresentato dall’intervento della coordinatrice della Commissione cultura della Circoscrizione 6, Daniela Todarello, è ovvio ma non banale: si tratta di un’opera per nulla scontata, che dovrà portare questa parte della città ad essere non più periferia, ma parte integrata della città. Viene in mente uno slogan più volte ripreso da Urban: il Centro sono le periferie.

Da parte del pubblico, la prima obiezione non si fa attendere: dove si trovano i soldi? E con tutte le necessità a cui la cittadinanza attende risposte, è opportuno lanciarsi in un’avventura così?

Certamente aspetti come l’impoverimento e il diritto alla salute sono prioritari. Tuttavia, Lo Russo rivendica (neppure tanto a questa Amministrazione, ma a quelle passate), la lungimiranza di avere immaginato la città dei giorni nostri: a vocazione non più industriale ma turistica e culturale. Dove la qualità urbanistica è quella della mobilità. Cosa sarebbe stato se si fosse perseguito l’indirizzo dettato dal criterio del trasporto “leggero” di fine anni ’70 (la linea 3, per dirla tutta) senza interessare nodi di interscambio come le Stazioni, le Università, i luoghi di cultura? Ci sarebbero state le code che si vedono ogni giorno alla Mole per il Museo del Cinema o al Museo Egizio?

A questo deve lavorare l’amministratore pubblico: non la finestra temporale dei prossimi quattro o otto anni di mandato, ma a come sarà lo sviluppo della città nei prossimi 10, 20 anni, magari 30 anni (più in là sarebbe da sfera di cristallo)

Meno appropriate le obiezioni che riguardano il verde pubblico: in realtà tutto il “centro strada” sarà un unico parco. E così l’intero perimetro del Monumentale.

In questi mesi 10 x 10 ha girovagato per la città toccando 8 circoscrizioni e raccontando i progetti che interessano Falchera e il comprensorio Continassa, le arcate ex MOI –Mercati Generali e l’area Mirafiori Nuova Economia. E del Centro Direzionale Lavazza, dell’Area Ex Westinghouse.

Abbiamo sentito di interventi diversi, dal recupero di edifici storici come il Padiglione Nervi di Torino Esposizioni o il palazzo ex facoltà di Economia e Commercio in Piazza Arbarello, al recupero di carcasse di auto dai Laghetti Falchera, primo passo per la riqualificazione dell’area.

Ci auguriamo di poterci trovare tra qualche tempo per poter chiedere: dove siamo arrivati?

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

Metro Linea 2: un’opinione

Nel ruolo di moderatore, non mi sembrava corretto esprimere opinioni personali. Mi permetto di farlo in questo trafiletto.

Nel 1972 lavoravo a Caselle. Con un gruppo di colleghi andammo a chiedere alla neonata GTT l’istituzione di un trasporto pubblico per noi pendolari. Fummo ricevuti dal Presidente che ci comunicò che entro pochi anni avremmo avuto la Metropolitana.

Sempre nel 1972 Monaco, in occasione delle Olimpiadi, terminava la sua sesta linea di metropolitana. Monaco è una città che presenta analogie con Torino: circa 1 milione di abitanti, estensione maggiore, ma densità minore. Vocazione industriale (BMW, la gloriosa Messerschmitt) ma anche turistica e fieristica (“Messe”- fiera era la minaccia di chi aveva il compito di calendarizzare le riunioni per il rischio di creare difficoltà di alloggio).

A Monaco 6 linee di metropolitana corrono dalla Stazione Centrale a Marienplatz, come dire da Porta Nuova a Piazza Castello. L’ aeroporto è servito in modo continuativo, e dista una trentina di chilometri dal centro, come dire Asti.

Nelle stazioni, rastrelliere ospitano decine e decine di biciclette per chi si sposterà poi in treno: ma si incontrano famiglie che salgono sul treno con la bicicletta per una gita.

Va bene che non siamo tedeschi, ci mancherebbe…proviamo almeno ad essere europei del Sud.

 

gianpaolon@vicini.to.it

1 Commento su DIECIxDIECI: Linea 2 della Metro

  1. L’interscambio Umberto lo avevano pensato le stesse menti eccelse che volevano sopprimere Porta Nuova? E’ ovvio per chiunque che l’interscambio per avere senso deve essere a Porta Nuova, così come è ovvio che se si fa Zappata ci deve essere una stazione M2 a Zappata e non da qualche parte nei pressi (esci, cammina, attraversa, ridiscendi…), se no si fa come con il capolinea della M1 a Collegno e l’Università a Grugliasco…

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