Si è concluso a fine marzo il progetto AMREF per le scuole dal titolo Link to School.
AMREF è una delle principali organizzazioni sanitarie no profit del continente africano. Lavora in Africa, da quasi 60 anni, per lo sviluppo del Paese. In Italia AMREF è impegnata in azioni di sensibilizzazione e educazione alla cittadinanza mondiale rivolte, con particolare attenzione, agli alunni italiani.
Il progetto, già sperimentato negli anni precedenti, consiste, per scuole che hanno aderito, in un gemellaggio tra scuole di Torino e scuole che risiedono in Kenia, ed offre agli alunni italiani e a quelli kenioti l’opportunità di confrontarsi e conoscersi attraverso un approfondimento e dialogo su un tema comune: “Il diritto al cibo e a una corretta alimentazione”.
Il progetto si propone inoltre di accompagnare le scuole italiane nell’iter di avvicinamento all’Esposizione Universale EXPO 2015, portando la voce, l’esperienza e il punto di vista dell’Africa: anche quello dei più piccoli.
Il percorso didattico si sviluppa sullo svolgimento in classe nel corso dell’intero anno scolastico di indicazioni contenute in specifiche schede: in particolare, prevedeva il recupero da parte degli alunni italiani di alcune ricette del nostro Paese, per confrontarle con altre preparate ed inviate dagli alunni kenioti.
Finalità del progetto: aumentare le conoscenze e il senso critico dei bambini rispetto al tema del diritto al cibo e a una corretta alimentazione inteso come diritto universale.
In classe, agli alunni (3° elementare), che avevano ormai svolto il tema proposto, è stato chiesto di indicare quali termini suggeriva loro il concetto di “cibo”.
Sorpresa: i primi nomi che emergono non sono pasta, pizza o patatine, ma: gusto, energia, vita, acqua, crescita. Fame.
Altra sorpresa la lettura delle ricette che i bambini avevano trascritto in base alle descrizioni dei loro genitori: le ricette italiane erano almeno tanto numerose quanto quelle provenienti dalla gastronomia intracomunitaria ed estera: karmale, involtini di verza (piatto rumeno ma almeno altrettanto piemontese, se non altro negli ingredienti base). O Ceviche, piatto peruviano, fatto di vari tipi di pesce crudo marinato: sogliola, dentice, orata, scorfano. Con abbondanza di spezie: coriandolo, peperoncino, cipolla, aglio e lime per la marinatura (ma spremuto, non frullato, mi raccomando!).
E cosa mangiano i bambini africani? Alcune ricette erano pervenute, e alla lettura da parte dei relatori AMREF faceva eco una bimba il cui padre, informava lei, era originario del Ghana: non si dice ugàli ma ugalì.
Dalle domande fatte ai bambini stessi, emerge una consapevolezza priva di pregiudizi, partecipe, circa i problemi che possono provocare la scarsità di acqua, la difficoltà a procurare il cibo, la mancanza di risorse alimentari ed energetiche
Parte dell’intervento, un esperimento che vede gli alunni cimentarsi nella ricostruzione della piramide alimentare: non un tabellone, ma una vera piramide in 3 dimensioni che i bambini alimentano senza esitazioni con i ritagli che rappresentano acqua e attività fisica, cereali, pollame e oli vegetali, latte e latticini, carni rosse, dolci e burro.
Qualche errore si insinua: ma sulle necessità fondamentali (acqua, attività fisica, cereali, frutta e verdura) nessuna esitazione.
A questo punto saranno stanchi e desiderosi di uscire? No, hanno preparato una breve esibizione teatrale per ricordare le analogie tra il mondo in cui viviamo noi e quello dei bambini africani loro “gemelli”.
Quest’anno AMREF è approdato anche alla scuola dell’infanzia.
Una sezione della scuola Nicolas Green ha aderito al programma per le scuole, e le insegnanti, assieme ai volontari, hanno sensibilizzato i bambini ai problemi dell’Africa come per gli alunni delle primarie.
Si è partiti dalla visione del film di Ocelot “ Kirikù e la strega Karabà”, che descrive come un eroe-ragazzino di un povero villaggio africano vinca con l’astuzia la cattiva strega Karabà, prima riportando l’acqua, da lei rubata, al villaggio, poi addirittura sconfiggendo il male che ha reso Karabà così cattiva, facendola ridiventare buona.
Uno dei momenti centrali del film è quello in cui Kirikù neutralizza il mostro che ha bevuto tutta l’acqua della fonte costringendo le donne del villaggio ad andare ad attingere l’acqua al fiume: i bambini hanno subito colto il problema dell’acqua che in Africa non è disponibile come da noi aprendo un rubinetto, ma bisogna scavare pozzi e fare attenzione a che sia potabile, altrimenti diventa causa di malattie (è il problema della salute affrontato da AMREF).
La conversazione con i bambini è stata fluida, interessante e partecipata: sorprendente il loro livello di comprensione del film, espresso oltre che con le parole, coi disegni e con la realizzazione dei personaggi dei film in pasta di sale.
Grazie, bambini, a presto.
AMREF promuove la salute e la tutela dei diritti dei bambini delle scuole del Kenya attraverso la costruzione e il miglioramento di infrastrutture scolastiche (aule, cisterne per la raccolta dell’acqua, servizi igienici) e diffondendo tra gli alunni e le comunità locali nozioni fondamentali di educazione sanitaria; utili a combattere l’assenteismo e l’abbandono scolastico, e a migliorare la performance scolastica degli alunni garantendo loro un futuro migliore.
Franca Guiot
Gianpaolo Nardi
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