
È davvero affascinante l’esposizione inaugurata in questi giorni alle Ogr e che porterà fino al 2 giugno i visitatori alla scoperta di stelle, galassie, pianeti extrasolari, asteroidi e buchi neri. Ideata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) è stata realizzata dalle OGR Torino e progettata da Pleiadi, con il contributo dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Torino, Infini.to Planetario di Torino – Museo dell’Astronomia e dello Spazio “Attilio Ferrari” e il MU-CH Museo della Chimica. Negli spazi delle Officine Grandi Riparazioni la memoria della fatica manuale del passato sembra collegarsi all’esplorazione della storia dell’universo attraverso le più recenti scoperte scientifiche, in un dialogo simbolico di grande suggestione visiva e emotiva.
Il percorso combina installazioni immersive, ambientazioni interattive e videogiochi ispirati agli anni Ottanta: spiccano gli esiti dell’attività di telescopi e i satelliti artificiali, i quali possano essere considerati “macchine del tempo” in contesto astrofisico, perché forniscono informazioni attraverso il tempo impiegato dalla luce per viaggiare dalle stelle e dagli altri oggetti celesti fino a noi. Delle motivazioni che hanno ispirato questo evento espositivo abbiamo parlato con Caterina Boccato, Tecnologo presso Istituto Nazionale di Astrofisica e curatrice.
Dott.ssa Boccato cosa vi ha spinto ad affrontare questo tema?
Questa mostra, proposta in una prima edizione nel 2023 a Roma, rappresenta il secondo capitolo, arricchito. Ha uno scopo duplice: da un parte far conoscere l’Istituto Nazionale di Astrofisica, che in Italia è presente in 13 di città e si occupa dello studio dell’universo, in tutti i suoi aspetti. L’altro obiettivo è quello di ampliare la consapevolezza del processo scientifico, attraverso una branca della scienza – l’astrofisica – che esercita una forte attrattiva, in particolare sui giovani, perché racconta l’ambiente naturale in cui viviamo.
Qual è il vostro fine educativo?
Vorremmo che il visitatore apprendesse che dietro le scoperte scientifiche c’è molto lavoro, molta tecnologia, con una forte ricaduta nella società: è un lavoro complesso, ma allo stesso tempo una risorsa preziosa. Quindi vogliamo utilizzare l’astrofisica per aumentare un po’ più quella che si chiama “alfabetizzazione scientifica”.
L’astrofisica italiana è a un buon livello?
L’Italia in quest’ambito è tra i leader mondiali, si situa ai primissimi posti, dopo Usa, Germania, Francia e Giappone. Il nostro Paese ha ricercatori d’eccellenza ed è anche in grado di elaborare una tecnologia molto avanzata per lo studio dell’ universo. Molte delle macchine del tempo – satelliti artificiali, grandi telescopi – messe a punto da consorzi internazionali, hanno delle parti che sono state realizzate in Italia, in Veneto, in Sicilia, in Piemonte.
Occorre smuovere la sensibilità della popolazione italiana sui temi scientifici?
E’ necessario focalizzare l’attenzione, però non più che in altri paesi. Non crediamo che Germania o Francia o Stati Uniti abbiano una popolazione che ha mediamente conoscenze maggiori: se si spiega bene cosa vuol dire “fare scienza”, cercando di essere immediati ed efficaci, aumenta l’interesse delle persone.
Come si combatte lo scetticismo nei confronti del sapere scientifico, com’accaduto durante la pandemia?
Occorre investire nell’informazione, attraverso esperienze educative e divulgative come questa mostra, affrontando i costi non solo economici, ma nell’impegno di tante persone che hanno lavorato a tempo pieno, a partire dalla definizione del percorso alla proposta dei contenuti con il linguaggio giusto.
C’è già stata una forte adesione da parte delle scuole.
Le prenotazioni delle scuole sono sold out: gli istituti erano stati intercettati preliminarmente per preparare i materiali relativi ai laboratori didattici, che coinvolgono ragazzi dalla prima elementare all’ultimo anno delle secondarie.
Sono previste attività collaterali?
Le iniziative collaterali, per noi molto importanti, prevedono “aperitivi” scientifici, conferenze, spettacoli che affrontano l’interattività delle arti. La scienza diventa, quindi, un ponte che connette il pubblico a esperienze artistiche letterarie, visive, sonore.
Per orari, costi, calendari delle attività e prenotazione vedere qui
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
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