Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

To>KAMI: un’asta per continuare un progetto in Bolivia

Si svolgerà sabato 8 aprile alle ore 18 presso Sant’Agostino Casa d’Aste (Corso Tassoni 56, Torino) l’asta benefica a favore del Padre Salesiano Don Serafino Chiesa e per la sua attività a favore della popolazione di Kami, villaggio boliviano a 4.000 metri, abitato prevalentemente da minatori.
Il ricavato dell’asta è destinato interamente al finanziamento dell’ultima tranche di lavori necessaria per completare la centrale idroelettrica (“terzo salto”), che consentirà a Padre Serafino di coronare il “sogno impossibile” di rendere economicamente indipendente la comunità di Kami.
Sono oltre 120 le opere d’arte, donate da importanti artisti nazionali ed internazionali, o semplicemente da privati, per questa importante asta.
Oltre i tanti nomi di artisti viventi, ci saranno in asta anche lavori di Albano, Bellini, Carena, De Chirico, Fico, Fissore, Fracalossi, Lepri, Rotella.
To>KAMI nasce per supportare le iniziative che fanno capo al Missionario Salesiano Don Serafino Chiesa, cuneese, operante da 30 anni nel villaggio di Kami.

Lì, in un ambiente naturale a dir poco ostile, padre Serafino ha dato vita a molteplici attività a favore degli abitanti di Kami, per lo più occupati o in pericolosissime attività estrattive in una miniera di wolfram o nella difficile coltivazione della terra.

Sono nate così scuole, ospedali, strade, una radio per tener collegate le comunità campesine, allevamenti di animali, un forno per la panificazione, attività agricole, una falegnameria ecc.

Per rendere economicamente indipendente quella comunità, è stato determinante l’avvio, tra mille difficoltà, di una centrale idroelettrica per la produzione di energia elettrica. La centrale elettrica di Kami, ormai in funzione da alcuni anni, sta per affrontare una nuova fase, il progetto del cosiddetto “terzo salto”, che consentirà di triplicare la produzione di energia elettrica, a beneficio diretto ed indiretto delle popolazioni locali

La serata inizierà alle ore 18 con un concerto dell’artista Dani Galfione con l’hand pan, uno strumento musicale Idiofono in ferro, sviluppato sulla base dell’Hang,
nato in Svizzera nel 2000 ed oggi in rapida diffusione, con sonorità nuove ed intriganti.
Alle ore 18.30 inizierà l’asta
Riferimenti utili:
Per ulteriori informazioni sull’Asta ToKami: Riccardo Petrecca –
Curatore artistico – riccardo@studiopetrecca.it
Tutti gli aggiornamenti su www.astatolcami.it
Per ulteriori informazioni: Kami http://www.missionekami.it

Kami e la Missione

La Missione Salesiana di Kami copre un’area geografica molto vasta, di 910 kmq, nel dipartimento di Cochabamba in Bolivia. Tale zona è costituita da un labirinto di montagne che vanno dai 3000 ai 4600 metri. La stessa Kami, un accampamento sorto vicino ad una miniera, si trova sulle pendici di un monte a 4000 metri di quota.

A Kami, e nel centinaio di comunità campesine che la circondano, vivono circa 20 mila persone appartenenti alle etnie Quechua, discendenti degli antichi Incas, e Aymara, di origine pre-incaica.

La popolazione si divide in 2 gruppi ben distinti: i mineros e i campesinos.

I mineros si sono trasferiti a Kami dalle campagne, per lavorare all’estrazione di tungsteno, stagno e zinco. La risorsa principale è il tungsteno, qui chiamato wolfram, che oggi non viene più usato per i filamenti delle lampadine, ma per il rivestimento di lamiere e proiettili, al posto dell’uranio impoverito.

I mineros lavorano in piccoli gruppi di 3-4 persone e ciascuno scava la propria galleria con macchinari rudimentali e senza misure di protezione. Questa situazione provoca molte morti accidentali e una vita media comunque breve, a causa della silicosi e di altre malattie polmonari. La popolazione di Kami, dove si vive in precarie baracche di mattoni con tetti di lamiera, aumenta fino a 10 mila persone o diminuisce a 2-3 mila in base alle variazioni del prezzo del minerale.

Il secondo gruppo è costituito dai campesinos  che vivono invece in piccole, poverissime, comunità isolate, sparse su un vasto territorio. Coltivano patate, orzo, avena e legumi, con sistemi ancora primitivi, e allevano pecore e lama. A differenza dei mineros, che hanno ormai assorbito aspetti della cultura occidentale, i campesinos sono maggiormente legati alle tradizioni andine e conservano ancora una forte identità culturale.

Nel 1977, in questa difficile realtà, arriva un piccolo gruppo di missionari salesiani. Nel corso di 40 anni, insieme a persone del posto, con l’aiuto di tantissimi volontari e di O.N.G come Missioni Don Bosco e COOPI, sono stati avviati e consolidati vari progetti.

Questo anche grazie al sostegno a distanza di tipo economico, logistico e tecnico, di tanti amici che, dall’Italia, hanno dato una mano alla Missione.

L’obiettivo dei progetti non è solo migliorare le condizioni di vita della popolazione locale, ma soprattutto renderla in grado di proseguire autonomamente il proprio sviluppo.

La comunità salesiana è attuamente composta da padre Serafino Chiesa, padre Michelangelo Aimar, padre Tomas Mamani e dal seminarista Alvaro Condori.

franco

direttore@vicni.to.it

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