Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Da Hugo a Hugh: “Les Misérables”

Jean Valjean è un ex carcerato (ingiustamente) sfuggito alla giustizia e diventato, grazie alla ricchezza donatagli dal vescovo di Digne con l’intento di offrirgli una seconda possibilità, un industriale ed un filantropo, nonchè sindaco di una piccola città. Valjean conosce poi Fantine, una sua ex dipendente, ragazza-madre, in miseria, e le promette di accudire sua figlia, la piccola Cosette. Nel frattempo, però, viene riconosciuto da Javert, un ispettore di polizia che faceva il secondino quando Valjean era in carcere, che vuole riconsegnarlo alla giustizia.
Fermiamoci qui. La storia narrata ne “I Miserabili” di Victor Hugo è nota ai più: un classico intramontabile più volte trasposto sul grande schermo, questa volta nella versione musical (l’originale è di Schonberg).

A dirigere il maestoso cast, Tom Hooper (già acclamato per “Il discorso del re“), qui aiutato da uno staff in grado di ricreare atmosfere meravigliose grazie ad una scenografia incredibile (candidata agli Oscar 2013). Nel cast artistico spiccano per le loro interpretazioni il possente Hugh Jackman (Jean Valjean) e la bravissima Anne Hathaway, qui una struggente Fantine, ruolo che le ha fatto meritatamente vincere l’Oscar come migliore attrice non protagonista.

C’è da premettere che non è un film per tutti i palati: i musical, per quanto alcune canzoni siano famosissime, non sono un genere apprezzato da tutti i pubblici, e più di due ore di un film cantato possono risultare “pesanti”. Per i cultori del genere, però, è consigliatissimo sotto molti punti di vista: canzoni intramontabili, vicende appassionanti e un cast d’eccezione fanno di Les Misérables un film da non perdere.
Claudio
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