L’alternanza Scuola Lavoro, voluta da una Legge nazionale, è una metodologia didattica che prevede la collaborazione formativa tra scuola e mondo del lavoro e considera sia l’aspetto curricolare che un’esperienza condotta in contesti lavorativi.
Va da sé che la forma scelta dal Liceo Cottini sia creativa e piena di colore: la decorazione pittorica dei pilastri del mercato don Grioli, a due passi dalla sede dell’Istituto. Un’iniziativa che ha coinvolto insegnanti, Direzione didattica, istituzioni locali, Circoscrizione e Assessorato al Commercio e, prima ancora, i commercianti, da cui è partita la richiesta dell’intervento artistico.
Il 9 giugno scorso al mercato Don Grioli, in piazza Don Grioli l’inaugurazione pubblica dell’opera realizzata dagli studenti del Liceo Artistico con il coordinamento della professoressa Antonella Martina. Il gruppo di lavoro del Liceo è formato dalle quattro classi dell’indirizzo Arti Figurative e Scenografia, rispettivamente la 5 A e la 5 I insieme con la 3 A e la 3 I, queste ultime da quest’anno coinvolte nel progetto alternanza scuola lavoro.
Più che alternanza scuola lavoro, sostiene Dennis Maseri, coordinatore uscente della Commissione cultura della Circoscrizione 2 che ha seguito il progetto dall’inizio, un’esperienza di coinvolgimento degli studenti in un’operazione sul territorio. Non solo riqualificare e rivitalizzare il mercato che stava perdendo smalto dopo decenni di presenza in quel sito, ma un esempio di come all’ansia di distruzione nei confronti di beni pubblici –giochi bimbi, panchine-alla quale spesso assistiamo, si possa rispondere con un impegno che va nella direzione del costruire, e nel costruire insieme, ciò che rappresenta la “cosa comune”. Circoscrizione e Assessorato al Commercio di Torino, continua Maseri, hanno contribuito con 1500 € in totale, utilizzati in gran parte per acquisire i materiali.
Dopo il saluto e l’augurio della Circoscrizione, affidato a Teresina Montenegro, funzionario responsabile per gli aspetti culturali, tocca al Dirigente scolastico Antonio Balestra fare la sintesi dell’esperienza.
Nata un anno fa nell’ambito di Ars Captiva, che proponeva il tema della metamorfosi urbana- la città come elemento dinamico in cui ognuno contribuisce alla continua trasformazione- la sua applicazione da parte del Liceo si focalizza sul mercato, già a partire dall’epoca dell’urbanesimo centro della vita cittadina e luogo di metamorfosi.
Che qui si confronta con alcuni elementi specifici: la particolare connotazione geometrica del luogo, il materiale di supporto dell’opera (il cemento non è propriamente un materiale usato a scopo artistici). E con chi frequenta il mercato, prima di tutto i commercianti.
La selezione dei lavori degli studenti, che si è sviluppata anche con dei racconti di storie che hanno al centro il mercato, è stata effettuata da una commissione di cui facevano parte, oltre al Dirigente scolastico, rappresentanti dei commercianti e della Circoscrizione. Quindi non solo alternanza scuola-lavoro, sostiene Balestra, ma alternanza scuola-vita. Dove l’esperienza di lavoro si concretizza nel legame tra opera e produzione artistica. La presenza di una committenza-i commercianti-, il rapporto con i fruitori di prima istanza-la Circoscrizione. I vincoli: di carattere economico, di progetto, e quelli tecnici: l’opera doveva poter essere realizzata.
E ancora, le condizioni di lavoro: il lavoro di gruppo, in cui ognuno ha messo mano, e alcuni hanno aiutato i compagni quando erano in ritardo; anche il rispetto dei tempi è una variabile dipendente di un progetto. Docenti, collaboratori scolastici, istituzioni locali, una comunità, a ribadire il concetto che il murales è un atto collettivo.
I commercianti, guidati da Saverio Varo, il “pastaio” della professoressa Martina, e Michela Viggiani hanno esercitato fin dall’inizio e fino in fondo il loro ruolo di committenti: anche la comprensione e la distinzione dei ruoli, nel mondo del lavoro, ha un suo significato. Viggiani dichiara di aver “adottato” il pilastro su cui si appoggia il suo banco come se fosse proprio: un proposito che meriterebbe di essere accolto seriamente da parte di tutti i colleghi. Non sarà certo questo intervento una tantum ad assicurare al mercato decoro ed eleganza duratura.
E i ragazzi, cosa si aspettano da questa esperienza?
Per loro è solo un modo diverso di fare scuola o qualche elemento catturato alla vita reale rimarrà?
Risponde Andrea Baldinu, che si mette alla testa di un piccolo nucleo di studenti: intanto loro hanno lavorato per lo più in orario extra scolastico. Ma Andrea esprime una speranza: il poter realizzare dei murales per abbellire qualche scuola o area pubblica (lui nella vita vorrebbe poi diventare restauratore).
Lavoro e territorio, lavoro e vita sono solo angoli visuali, prospettive diverse per uno stesso obiettivo. Il ricorso al metodo di lavoro d’altra parte non manca: i disegni definitivi sono stati preceduti da bozzetti realizzati con uno strumento informatico che ha permesso agli studenti di venire a contatto con la realtà produttiva.
A tutti va il ringraziamento dell’architetto Balestra: l’équipe formata dagli insegnanti Gloria Fava e Fulvio D’Onorà, Claudio Gusmano e Antonella Martina, insegnante coordinatrice del progetto; gli operatori scolastici Debora Scarsia e Francesco Lavorato. Funzionari della Circoscrizione (Gianni Corgnati, Orsola Alfano oltre a Teresina Montenegro) ed i coordinatori di commissione Giuseppe Genco e Dennis Maseri. Non ultima l’AMIAT che, affrettando le operazioni di pulizia, ha permesso di organizzare i tempi di lavoro dei ragazzi.
E i rappresentanti dei commercianti, Saverio Vono e Michela Viggiano, a cui va il compito di chiudere l’inaugurazione. Lo fa dicendo che sarà sua cura adottare il pilastro al quale si appoggia la sua bancarella, come se fosse suo. Un proposito che meriterebbe di essere accolto seriamente da parte di tutti i colleghi. Non sarà certo questo intervento una tantum ad assicurare al mercato decoro ed eleganza duratura.
Gianpaolo Nardi
gianpaolon@vicini.to.it
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