“A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma spesso il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.” (Thich Nhat Hanh)

 

Il #SalTo 2019 alla linea di partenza

E’ il gioco del mondo il tema del Salone presentato sulle rive del Po dove si è a svolta nel suggestivo scenario dei locali ai Murazzi il 6 marzo scorso, la prima Conferenza Stampa di presentazione della 32° edizione del Salone Internazionale del Libro, che si svolgerà a Torino dal 9 al 13 maggio.

Dopo la tempesta che il Salone ha attraversato lo scorso anno, il clima pare finalmente tornato al sereno, ricco dell’entusiasmo che ha contraddistinto le ultime edizioni della manifestazione, quelle successive all’annuncio di un suo probabile trasferimento a Milano. Certo, l’effetto dinamogenico ha favorito una ripresa repentina, innescando quell’impulso propulsivo che ha fatto risorgere le sorti del Salone, effetto che ci si augura sia mantenuto anche senza lo spauracchio dell’antagonista manifestazione milanese Tempo di Libri, che per quest’anno – dati gli scarsi risultati di afflusso di pubblico delle due edizioni – ha deciso di sospendere l’evento per riproporlo il prossimo anno, con una veste rinnovata e, comunque, in periodi sicuramente distanti dal Salone.

L’aver vinto questa battaglia non garantisce certamente un successo duraturo, che richiede impegno, costanza, dedizione e passione. Ingredienti che non sono mancati alla Conferenza Stampa, sul cui palcoscenico si sono alternate le figure che, lavorando attivamente nella cabina di regia, stanno mettendo a punto il programma e le proposte dell’edizione 2019.

Silvio Viale, presidente dell’Associazione «Torino Città del Libro», ha aperto le danze con il racconto del passato prossimo vissuto dal Salone, manifestazione che mantiene ancora quel “ruolo conduttivo di questo territorio”.

Così come per Sanremo si parla solo di canzoni e cantanti ci si augura che anche per il Salone l’attenzione si focalizzi più sui contenuti, sugli scrittori, sui grandi nomi ospiti, sul programma ricco di iniziative che vanno molto più valorizzate e che devono diventare argomento di conversazione più del tema dell’acquisto del marchio o delle difficoltà della macchina organizzativa che opera dietro quinte.

Difficoltà che sono state velatamente accennate anche da Giulio Biino, presidente Fondazione Circolo dei lettori, il cui intento è quello di far diventare il Salone “la casa di tutti”. Con un grande spirito di abnegazione ha esposto le fatiche, ma anche le soddisfazioni nell’investire energie e passione in qualcosa in cui si crede, e non solo per fede. E un leader convinto fa molto più di palate di quattrini, riuscendo a motivare un team il cui lavoro ha come obiettivo rendere Torino per 5 giorni la città del libro, con colori, entusiasmo, vitalità conosciuti soltanto ai tempi delle Olimpiadi 2006.

Nel team è inclusa anche Maurizia Rebola, direttrice della Fondazione del Circolo dei Lettori, che ci ha ricordato come ogni giorno di lavoro dedicato alla preparazione della kermesse costituisca una sfida, una scoperta, ma anche una novità.

Infine, Nicola La Gioia, considerato il grande guru del Salone, senza il quale il Salone non sarebbe diventato quello che oggi è concordemente riconosciuto come la più grande e importante manifestazione nazionale legata al libro e alla lettura. Ha compiuto quello che può essere definito un miracolo anche per i miscredenti, grazie alle sue proposte, alle sue idee, alla sua fantasia.

Presenta le novità della 32° edizione del Salone, quest’anno arricchita di più spazio, con 13.000 mq in più del padiglione Oval. Il tema avrà come titolo “Il gioco del mondo”, con un manifesto disegnato dall’artista napoletana MP5 che ha realizzato, su uno sfondo giallo che sembra l’alba, l’innocenza di un bambino, con le mani tese a far girare in aria un pianeta fatto di adulti-acrobati, legati dall’amore per la cultura. Una cultura che non contempla frontiere o linee divisorie, ma supera divisioni, frantuma muri, balza dall’altra parte. Per questo un’altra delle novità introdotte nella nuova edizione sarà l’idea di ospitare una lingua anziché un paese, e per questa edizione la lingua scelta sarà lo spagnolo.

Julio Cortázar, grande maestro del Novecento, sarà la figura che attraverserà sullo sfondo tutto il Salone.

Nicola Lagioia ha scelto Julio Cortázar – e il titolo del suo romanzo capolavoro Il gioco del mondo – per indicare la strada da intraprendere con la nuova edizione del Salone. Cortázar sosteneva che “non esiste una cultura che non possa fare a meno delle altre”. Il lungo applauso di accoglienza delle anticipazioni sul Salone ha sostenuto questa scelta e confermato che mai come in questo particolare momento ci sia un forte bisogno di condivisione, di confini superati, di contaminazioni e di muri che si abbattono. La caduta del muro di Berlino, di cui ricorrono i 30 anni è solo una delle tante ricorrenze che il 2019 richiama e che saranno inserite, tra le altre, nel programma del Salone, definizione che verrà presentata ufficialmente nella prossima Conferenza Stampa di aprile.

Approfondimenti alla pagina web: https://www.salonelibro.it

 

Loredana Pilati

loredanap@vicini.it

 

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