“Nell’anno del Signore 1457 al 22 maggio, essendo Rita nell’età di 76 anni, tutti spesi santamente, la sua anima beata fu veduta salire al Paradiso con gloria e grandezza, accompagnata dagli Angeli… Partita da questa vita la Beata Rita, subito tutte le campane della Terra di Cascia suonarono da loro stesse, mosse da mani angeliche”
(La vita della Beata Rita da Cascia di Fra Donato Donati, scritta nel 1667).
“…A sud ovest della città di Torino, alla periferia, si estendeva una vastissima zona profonda 5 chilometri e larga quasi altrettanto, dipendente dalle lontane parrocchie della Crocetta e del Lingotto. Un gruppo di case popolari isolate in corso Sebastopoli angolo via Tripoli, la scuola elementare Giuseppe Mazzini, l’Ospedale Militare, alcune caserme e poi la campagna verde sconfinata disseminata di piccole abitazioni, vera terra di missione. Ma era facile prevedere che ultimato l’interramento della ferrovia di Genova e di Francia, lo sviluppo della città sarebbe straripato, avrebbe inondato tale zona di costruzioni.”
Questo il certificato di nascita del Santuario di S. Rita, realizzato dal suo promotore Mons. Baloir
I giorni 21-22-23 Maggio sono, come da tradizione, la Festa di Santa Rita, che ogni anno coinvolge migliaia di fedeli del quartiere, della città e non solo. Quest’anno, per la situazione legata alla pandemia del Covid-19 e per evitare assembramenti, il programma è stato ripensato nel rispetto delle modalità richieste dalle Autorità civili.
Il 21 maggio, vigilia della Festa,la Veglia del beato Transito (alle ore 21,00) sarà celebrata a porte chiuse e trasmessa sul sito www.srita.it
Al termine, la statua si affaccerà sulla piazza deserta, le campane suoneranno a festa e si accenderà il fuoco, proprio come avvenne la notte della morte di Rita, quando il popolo di Cascia accese dei falò sulle alture attorno alla valle di Cascia e Roccaporena:
Nei giorni 22 e 23 maggio, l’accesso al santuario sarà possibile solo previa prenotazione on-line dal sito www.srita.it in fasce orarie, dalle ore 6,00 alle ore 18,00.
All’arrivo, i pellegrini dovranno esibire ai volontari la ricevuta di prenotazione e verranno accompagnati in un percorso all’interno, fino alla statua per una preghiera e poi all’uscit
Il 22 maggio alle ore 12,00 il parroco pronuncerà la supplica a Santa Rita in unione con il santuario di Cascia in streaming sul sito www.srita.it.
Alle ore 21,00, al posto della tradizionale processione, l’Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia presiederà l’unica Santa Messa in santuario, alla presenza dei soli volontari che avranno prestato servizio nella giornata.
La celebrazione sarà trasmessa in diretta su Rete 7 (canale 12) e in streaming sul sito www.srita.it .
In santuario non si svolgeranno celebrazioni aperte ai fedeli; non è prevista neanche la tradizionale distribuzione e benedizione delle rose. Sarà possibile richiedere le rose di Santa Rita (rosa stabilizzata) attraverso il sito www.srita.it o alla segreteria del santuario; saranno spedite a casa tramite corriere.
È un modo di contribuire alle spese del santuario per poter continuare il suo servizio a tutti i fedeli.
“Le celebrazioni solenni e la stessa benedizione delle rose “spiega don Roberto Zoccalli, parroco rettore del Santuario di Santa Rita”saranno rimandate al momento in cui sarà possibile ripartire senza restrizioni.
È nostro desiderio organizzare la preghiera di “ripartenza” (speriamo in autunno) con un forte segno che ci incoraggi un segno speciale in comunione con i luoghi di Santa Rita (Cascia e Roccaporena).
La Festa di Santa Rita vede sempre un grande coinvolgimento di popolo. Ci prepariamo, allora, alle celebrazioni 2020 in modo inedito, ma altrettanto significativo. Siamo consapevoli che richiederà grandi sacrifici e molta comprensione da parte dei fedeli. Desideriamo, però, che i giorni dedicati ai festeggiamenti della Patrona possano essere un forte segno di speranza e di conforto per tanti, soprattutto per i malati, per le famiglie colpite dal lutto, per gli operatori sanitari, per i ragazzi e gli anziani.
Santa Rita, donna del popolo, ha vissuto il dramma della “peste”: ai nostri giorni si chiama Covid-19. A Lei affidiamo il mondo intero in questo tempo di pandemia, e chiediamo al Signore di essere capaci di non lasciarci contagiare da quel virus ancora più letale che Papa Francesco ha definito “egoismo indifferente”.
Gianpaolo Nardi
gianpaolon@vicini.to.it
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