Secondi. Minuti. Ore. Giorni. Mesi. Anni. Quanti ne vuoi? Due ore! Mi servono Due Ore! Fai presto!
Nel gelido androne di un buio vicolo di umida pietra, un ragazzo con le stanche movenze di un centenario, ormai troppo abituato a compiere sempre la medesima azione, distillava il tempo attraverso un’ antica e sapiente arte e lo concentrava in una sfera ardente tra le mani. Lo porse al suo ansioso amico il quale, ignaro del compenso che si dovesse pagare, accolse il dono con impazienza, ritrovandosi due ore prima certo dello spazio e del tempo in cui voleva essere, e fece quello che avrebbe voluto fare. Trascorsero due ore veloci e appassionate, quando i passi lo portarono come consapevoli in un buio vicolo. Lì si ritrovò a conversare con un simpatico e bizzarro vecchietto dal viso ridente di bambino e occhi lucenti di eternità che, giunto al termine della conversazione, gli porse la mano. L’uomo la fissò ripensando alla piacevole conversazione e a quanto fosse stata fortunata la giornata; fece per cercare un’ offerta, quando avvertì qualcosa: era una sfera pulsante dagli infiniti colori che si posava sulla mano del tranquillo anziano. In quell’ esplosione, ignaro, si trovò due ore dopo nello spazio e nel tempo in cui non sarebbe voluto essere, e non fece nulla.
Simone Micalizzi – simonem@vicini.to.it