“La gente è affamata d’amore perché siamo troppo indaffarati, aprite i vostri cuori oggi, nel giorno del Signore risorto, e amate come non avete mai fatto” (Madre Teresa di Calcutta)

 

” Uno come tanti” nuovo romanzo di Ennio Tomaselli

Presentazione del libro a Casa del parco

Ennio Tomaselli supera la boa della trilogia di “Messa alla prova”, “Un anno strano”, “Fronte Sud”, con il suo nuovo romanzo “Uno come tanti”. Il primo romanzo non minorile, pur senza tradire la sua precedente professione di magistrato, in gran parte dedicata al tribunale minorile.

Il protagonista è un giovane ed il romanzo è in sé un omaggio alle generazioni di oggi. Pur alle prese con il mondo della criminalità organizzata, gli anni di piombo, e l’aria che si respirava nei processi dei primi anni ’80, l’autore propone un giovane che, nella misteriosa scomparsa del padre e nella ricerca delle cause, trova un percorso “per la piena comprensione e la riparazione autentica…Le sfide di oggi e di domani potranno comunque essere affrontate con la consapevolezza che, al di là dei prezzi pagati, un solco è stato e il filo spezzato fra le generazioni è stato idealmente ricucito”.

L’attenzione si sposta sulla copertina del libro. Già quella di “Fronte Sud”, del quale avevamo parlato su questo giornale, era un’immagine evocativa; una spiaggia vuota , la schiuma del mare, e due fiori appassiti: uno sbarco, un naufragio…La copertina del nuovo libro intende sottolineare il tema del racconto con una cornice irregolare, un rammendo, una cicatrice suturata. La riparazione.

Il tema porta ad una domanda: cos’è la “Giustizia riparativa”? Un tema che non è centrale nel romanzo, sostiene Tomaselli, ma la “riparazione” alla base ha una “lacerazione”. Perché, e come è scomparso il padre? Una faticosa risalita, una ricucitura che non è esente da rischi.

Quasi sempre il protagonista nel processo minorile è l’imputato. Col rischio che le vittime finiscano in secondo piano.  E’ la logica per cui le vittime subiscono conseguenze per mesi e anni. Ma non si tratta solo di minori ma della giustizia in genere Si pensi a Ilaria Cucchi, la sorella del carcerato portato alla morte in carcere.  Le istanze delle vittime si stemperano, nel tempo. La Giustizia riparativa apre dei percorsi che consentono anche al condannato di avere dei momenti di confronto e di incontro con le vittime; su base volontaria, ma talvolta sono le vittime che vogliono confrontarsi.

Emblematico il caso della bicicletta lanciata ai Murazzi. Alcuni difensori lo avevano prospettato, questo confronto che sembrava proficuo per le parti, stante il fatto che il danno non è recuperabile. Se ne è sentito parlare, ma alla fine nulla di fatto.

Ricordiamo che all’approdo in Italia dei ragazzi africani e alle loro vicende anche criminali in “Fronte Sud”, si abbina un debito storico dell’Italia fascista per l’aggressione all’Etiopia. Proprio il 19-20-21 febbraio, era il 1937, ci fu una repressione per l’attentato al Vicerè, Generale Graziani, che provocò migliaia di vittime.

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

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