Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Seeyuousound 9 – 2

Voci di migranti e donne tra Vicino e Medio Oriente

“Avevano richiesto lavoratori, sono arrivati esseri umani.”

L’insediamento della comunità turca in Germania, chiamata a coprire le necessità di manodopera create dalla macchina produttiva tedesca  dal secondo dopoguerra in poi, costituisce anche una pagina istruttiva della  storia del legame tra musica e radici geografiche. La racconta un documentario di Cem Kaya, produttore, montatore e regista di spot pubblicitari e video musicali turco-tedesco, Love, Deutschmarks And Death,  vincitore del Premio del pubblico alla Berlinale del 2022. Il film rivela come la musica, alla stregua del cibo, sia un collante per la collettività dei migranti, i quali  attraverso le loro canzoni riescono anche a veicolare un messaggio di denuncia delle loro pesanti condizioni di vita: dal lavoro alla catena di montaggio, alla nostalgia per le proprie radici e per gli affetti lontani, alle discriminazioni di cui sono oggetto in quanto stranieri. Interessante seguire l’evoluzione del linguaggio musicale all’interno dalla comunità turca, che ha  prodotto il passaggio  dalle melodie malinconiche delle band matrimoniali degli anni ’60-’70, al pop e poi all’hip-hop e al rap del periodo post-riunificazione.

Come ogni altra forma artistica, la musica è assai temuta dai regimi totalitari. Still I Sing della regista afghana-canadese Fazila Amid narra la vicenda di due giovani amiche che hanno partecipato all’edizione  2019 del contest musicale Afghan Star e dell’unica giudice donna dello show, la cantante pop Aryana Sayeed (protagonista del film, insieme alle due concorrenti, nel ruolo di se stessa), attivista per i diritti delle donne nel Paese. Dopo che il programma ha avuto per tredici stagioni consecutive  vincitori uomini, nel 2019, finalmente, una ragazza, Zahra Elham, si aggiudica il podio. Il lavoro della Amid,  incentrato su una competizione canora che è la lente d’ingrandimento della condizione femminile sotto il regime dei Talebani, è stato presentato al Cinema Massimo da Mustafa Ahmadi, rifugiato e  presidente della Comunità Afghana torinese, il quale ha sottolineato il ruolo delle artiste che sono diventate simboli di un possibile cambiamento della società patriarcale afghana, tornata al Medioevo dal 2021 con il ritiro delle forze occidentali dal Paese.

La presenza meritoria di Still I Sing al Seeyousound ha consentito un appello ulteriore al sostegno internazionale  alla    lotta per i diritti delle donne afghane e per la libertà della loro espressione artistica e umana.

Anna SCOTTON

annas@vicini.to.it

 

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