Da che mondo è mondo si sa che ci sono dei detti che rispecchiano la realtà in modo ineccepibile, tanto da diventare quasi patrimonio dell’umanità. Uno di questi è: “ Va come un orologio svizzero”. E insomma, fin qui nessuno ha niente da ridire.
Ma ora gli svizzeri non soddisfatti del primato sull’orologeria vorrebbero avere anche quello, ben più ambito, sul gianduiotto. A parte che non si è mai sentito dire “buono come un gianduiotto svizzero”, questo ha scatenato le rimostranze dell’intera consorteria gianduiottesca piemontese.
Insomma la questione è in questi termini: la Svizzera ha acquistato la Caffarel, prima produttrice di gianduiotti nel lontano 1865, ha spostato la fabbrica da Luserna San Giovanni (nome che suona Piemonte fin dalle prima note) per spostarla a Induno Olona ( ahi !) e vorrebbe contrabbandare come gianduiotto una roba con il latte in polvere dentro. Orrore! Il Gianduiotto nacque proprio per surrogare con tanta nocciola il cacao, materiale molto più costoso. Ora che la nocciola è diventata assai cara Caffarel e altri, hanno sostituito gran parte della nocciola con latte in polvere.
E dunque stiamo scherzando? Mica noi ci metteremmo mai a discutere sugli orologi o a pretendere di costruirli noi senza, che so, la lancetta dei minuti, che è più lunga e si spreca più materiale.
E siccome vogliono anche chiamarlo Gianduiotto di Torino dal 1865 si è scatenata la bufera dell’IGP e compagnia cantando.
E poi mi mi viene pure un altro dubbio: e se invece di una scaglia di guscio di nocciola uno si ritrova tra i denti un pezzetto di ingranaggio di Rolex?
Buon Anno Nuovo a tutti!!
Giulia Torri
giuliat@vicini.to.it
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