
La Costituzione Italiana andrebbe letta e riletta in ogni momento, anzi, in certi periodi storici andrebbe letta di più. E’ bella, completa e riguardandola ci si rende conto che non lascia adito a dubbi.
Un piccolo regalo a questo riguardo ce lo fa Rosario Esposito La Rossa con “ La Costituzione spiegata ai giovani fascisti”. La Rossa fa un’operazione geniale nella sua semplicità.
Ispirato da un soggiorno a Ventotene, luogo che racchiude in sé un incomparabile bagaglio di suggestioni umane e politiche, si interroga “ …ma come è possibile che oggi ci siano giovani che si definiscono fascisti?”
Fedele al suo ruolo di insegnante/educatore decide di inviare dieci lettere, una al mese per dieci mesi, ad un ipotetico giovane fascista. Dieci lettere, una al mese, per dar tempo ai concetti di sedimentare, di illuminare con la loro bellezza una mente refrattaria.
La Costituzione, nata in mezzo alle macerie, dopo la morte di quattrocentomila italiani, ha usato la lingua italiana per farne poesia, chi ne ha scritto gli articoli ha usato le parole nel loro senso più vero non banalizzandone nessuna, non utilizzandone non una in più non una in meno del necessario perché i concetti che esprimevano fossero totalmente chiari. La libertà di cui oggi godiamo è il frutto della scelta di quelle parole e non di altre. Proprio quelle necessarie a fare di un popolo un popolo libero, anche di professarsi, appunto, fascista.
1 – L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione.
Repubblica in un periodo in cui in Europa c’erano dittatori, re, regine, ma poche nazioni appartenevano al popolo e il lavoro allora considerato niente; e figlio di quel niente un nome: Giuseppe di Vittorio. Leggerne, se possibile, la storia.
2 – La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Tu persona, essere umano hai diritti inviolabili, la Costituzione, semplicemente li riconosce, non inventa niente. Li riconosce, li garantisce e li protegge, non è strepitoso?
6 – La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Decidono di tutelare le minoranze linguistiche perché venivano da decenni di mancata libertà di espressione, di idiomi soppressi, di parole negate.
8 – Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.
Prima, gli altri erano in errore, perseguitati, sbagliati. Lo statuto Albertino riconosceva solo la religione cattolica come religione di Stato. Oggi, lo Stato Italiano è uno Stato laico, dal tardo latino, laicus, del popolo.
9 – La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Questo articolo pare dire: Proteggiamo la bellezza, sia essa naturale o lasciataci da artisti sublimi, che da essa hanno tratto ispirazione e che qualcuno, nei bui tempi precedenti alla Costituzione, ha protetto.
10 – L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciuto. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.
Questo articolo trasforma l’accoglienza in legge. E ci ricorda il mare Mediterraneo di fronte a noi, che oggi è il più grande cimitero d’Europa.
11 – L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
La guerra ha un odore, l’odore dei gas dei morti e della carni putrefatte. Il nostro paese ripudia il puzzo della guerra.
21 – Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
C’è gente che non si è piegata alle bastonate. Il torinese Piero Gobetti ha fondato una casa editrice il cui motto, presente in ogni copertina è “Che cosa ho a che fare io con gli schiavi?” E nella sua breve vita fonda giornali, si occupa di filosofia, traduce libri. Sempre imbavagliato e zittito e menato. E mai schiavo delle censure. In vita e in morte.
34 – La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio , assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Quando tutti i docenti furono costretti al giuramento di fedeltà al regime, alcuni non aderirono e vennero sollevati dall’incarico. Ma l’umiliazione inflitta al fior fiore dell’intelligenza italiana fece insorgere studiosi di tutta Europa, compreso Albert Einstein. Auguriamoci che mai più la libertà di pensiero debba ricevere tali umiliazioni. La scuola deve essere aperta a tutti, dice la Costituzione, solo così può essere fonte di emancipazione e libertà.
48 – Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
Il diritto al voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
E qui si racconta la storia di una donna, privata di tutti i suoi diritti ed affetti, anche quello per il proprio figlio, concepito col duce, e annientata fino alla reclusione in manicomio. E’ la storia di un figlio che la madre non ha potuto difendere e che morrà anche lui in manicomio. E’ la storia di una cultura per la quale la donna non conta niente. Ricordiamocelo.
Leggiamolo questo libretto smilzo, pesa niente e pesa quintali. Pieno di amore e di ottimismo, usiamolo da bussola, se dovessimo perdere la strada.
Rosario Esposito La Rossa
La Costituzione spiegata ai giovani fascisti
ed. Marotta e Cafiero, 2024
Giulia Torri
giuliat@vicini.to.it
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