Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

LE CASE DI LUIGI GRASSI: UNA STORIA DI EDILIZIA E IMPEGNO SOCIALE

Continua la colalborazione tra il nostro giornale e il Corriere di Barriera che nel numero di novembre racconta dell’opera del il commendator Luigi Grassi che, a Torino, è stato un pioniere dell’edilizia popolare privata.

A partire dai primi anni del Novecento, ha costruito importanti gruppi di fabbricati in Barriera di Milano e nei borghi Aurora e Vanchiglietta, introducendo le tecniche di costruzione prefabbricata. La sua edilizia, moderna per l’epoca, fu pensata per il ceto proletario, con affitti economici e concorrenziali rispetto alle case Municipali e a quelle popolari IACP.

Nato a Bologna nel 1876, da famiglia non agiata, Grassi iniziò presto a lavorare: all’età di 13 anni già faceva l’operaio in alcuni cantieri ferroviari di Toscana e Abruzzo.  Un giorno del 1898, fu chiamato dallo Stato a prestare servizio militare a Torino, che divenne da quel momento la sua città e ne cambiò radicalmente la vita.  Quell’anno frequentò le scuole serali municipali di arte muraria.         31f2a2ce4cad4dcab3d014dbd59f5827-1

Il futuro commendatore iniziò la sua attività imprenditoriale da giovanissimo, nel 1903, un momento favorevole soprattutto per la città della Fiat. Costruì la sua ditta in corso Ponte Mosca 20, lo stesso indirizzo della sua casa privata, divenne un impresario stimato e contribuì allo sviluppo dell’area nord della città, in particolare dei quartieri Vanchiglia e Barriera di Milano, una zona  in grande espansione edilizia.

Tra il 1902 e il 1903 costruì case economiche in via Lombardore e in via di Circonvallazione (poi corso Novara) con tre o quattro piani fuori terra. Erano alloggi da affittare agli operai che lavoravano nelle fabbriche di Barriera di Milano, dotati di due stanze allineate, con ingresso da ballatoio e gabinetto esterno in comune a due alloggi.
 Tra il 1908 e il 1910 edificò in corso Palermo, via Agliè, via Monterosa e via Favria.

Costruì anche abitazioni destinate al ceto medio e si dotò di una fornace, in largo Palermo, per produrre materiali per i suoi cantieri. Negli anni tra il 1910 e il 1920 furono costruite le case nella Borgata Monterosa in via Candia, via Santhià, via Scarlatti. In quegli anni cominciarono a comparire alloggi con più stanze, ingresso da pianerottolo e con servizi interni, che divennero la tipologia costante nel periodo successivo.

I caseggiati, ideati per abbattere i costi e velocizzare i tempi di costruzione, erano all’avanguardia: esemplari di un nuovo metodo di edilizia abitativa, sia per l’utilizzo di elementi prefabbricati, quali pilastri alveolati e travature in calcestruzzo armato, sia per l’introduzione di balconi coperti e di decorazioni ad intonaco e fregi, spesso disegnati personalmente dall’imprenditore, per le facciate. In totale, fino al 1938, furono realizzati complessivamente circa 1263 alloggi nei quartieri Barriera di Milano, Aurora e Vanchiglietta, numeri in concorrenza con quelli prodotti negli stessi anni dall’Istituto Autonomo Case Popolari e dal Comune.

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Luigi Grassi non fu solo un grande costruttore, ma anche benefattore e uomo pubblico. Fra le attività filantropiche, volte a migliorare la qualità della vita delle famiglie più povere, si ricordano in particolare: la scuola serale per i suoi muratori e un asilo infantile affidato alle suore di Maria Ausiliatrice, sorto in via Candia su terreni di sua proprietà. Nel 1918 affidò ai Salesiani un suo magazzino perché venisse trasformato in un ricreatorio provvisorio per i ragazzi e i giovani del borgo. Fu tra i benefattori dei Salesiani quando questi avviarono la costruzione dell’Oratorio Michele Rua in via Paisiello. È stato anche tra i benemeriti delle iniziative per l’istruzione popolare.

Grassi morì nel 1965, nella casa di corso Giulio Cesare 20,  sede anche della sua impresa fin dal 1912.

Rossella Lajolo

rossellal@vicini.to.it