Il titolo è di tono ottimistico, ma la soluzione che uscirà dopo l’approvazione del Consiglio Comunale, rischia di lasciare un pò di amaro in bocca.
Stiamo nuovamente parlando del Palazzo del Lavoro, che dopo l’annullamento della delibera da parte del Consiglio di Stato sembrava definitivamente destinato ad essere lasciato al suo triste destino.
Ma in Commissione Urbanistica, l’assessore Ilda Curti ha illustrato che dopo la bocciatura, una nuova legge urbanistica regionale, consente l’utilizzo di una variante “semplificata”, che era stata appunto l’oggetto del ricorso presentato dall’8 Gallery.
Proprio questo elemento di novità rispetto alle già esistenti varianti parziali e strutturali, la nuova procedura, dopo l’approvazione da parte del Consiglio Comunale, darà di fatto la ripartenza del progetto del Centro Commerciale.
E’ naturale che il Comune ha interesse che ciò avvenga, in quanto la strutturà presenta da anni problemi evidenti all’esterno, ma anche infiltrazioni di acqua dalla copertura, che col tempo potrebbero rendere molto più onerosi i lavori di ripristino nel suo riutilizzo o riconversione. Ma il lato economico è sicuramente quello che interessa di più. Gli oneri di urbanizzazione che il comune dovrebbe incassare sembra che ammontino a circa 18 milioni di euro, che per le esangui casse sarebbero provvidenziali.
Era stato suggerito da parte di eminenti architetti, come dall’articolo precedente, di ripensare ad una diversa destinazione di questa struttura, condiderata una splendida dimostrazione al mondo, dell’ingegno italiano di Nervi, come ad esempio potrebbe essere un Museo della cultura industriale di Torino, della sua indubbia capacità innovativa, il motore della rinascita italiana del dopoguerra, del boom economico degli anni 60.
Purtroppo diventerà l’ennesimo tempio del commercio, come tanti della nostra città, vuoti nella settimana, intasati nel weekend, traffico impazzito nel quartiere, che già deve fare tutti i giorni i conti con le lunghe code della rotonda di corso Maroncelli. Parcheggi introvabili, nonostante il previsto parcheggio sotterraneo, quindi disagi per il quartiere.
Il comitato “Salva Italia ’61”, di via Ventimiglia, farà la sua battaglia fino in fondo, ma il risultato è scontato.
Il contro commerciale si farà, troppi sono gli interessi in gioco.
Business is Business, dicono negli Stati Uniti, purtroppo da un pò di tempo anche da noi.
Angelo Tacconi loris@vicini.to.it