Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Io capitano, di Matteo Garrone

E’ di poche ora fa la notizia che il film di Matteo Garrone sarà il candidato italiano nella corsa agli Oscar 2024. L’epopea dei due giovani  che lasciano il Senegal  affrontando il viaggio della speranza alla volta dell’Europa salpa oltreoceano, in una navigazione  inaugurata dai 13 minuti di applausi in sala e dalla conquista del Leone d’argento per la regia quest’anno al Lido. Il film è ispirato  alla vicende di Kouassi Pli Adama Mamadoum, giunto anni fa in Italia passando attraverso la prigionia e le torture di un campo libico, e quella del minorenne Fofana Amara, che ha davvero condotto dalla costa nordafricana  al nostro Paese un’imbarcazione con a bordo 250 migranti (salvo venire incriminato come scafista all’arrivo).

Tra chi pensa che il mondo debba essere un luogo con mura e steccati nazionali, e chi lo immagina aperto, percorribile, globale, ovviamente Garrone è dalla parte di chi crede che tutti abbiano diritto a espatriare, anche chi non fugge dalla guerra e dalla fame. Al di là dell’ipocrisia elettorale di molte forze politiche, come i nostri ragazzi si muovono verso Paesi con opportunità e livelli salariali migliori, chi arriva in Italia sa di poter offrire una manodopera di cui c’è realmente bisogno. Secondo “il rapporto annuale 2022 sull’economia”,  per tornare ai livelli pre-covid occorrerebbero 534mila lavoratori, di cui 80 mila stranieri; inoltre gli ingressi per lavoro in Italia (8,5 ogni 10mila abitanti) rimangono a un livello molto più basso rispetto alla media Ue (29,8)“.

Una menzione anche alle musiche di Io capitano: la forza evocativa degli accenti etnici, mescolata alle coloriture rap, ha fatto guadagnare al compositore Andrea Farri il premio Soundtrack Stars Award 2023 per la miglior colonna sonora tra i film della selezione ufficiale di Venezia 80.

La storia narrata da Garrone è portata sulle spalle da un ottimo cast, tra cui spicca la prova del protagonista Seydou Sarr, a cui a ragione è stato assegnato il Premio Marcello Mastroianni come miglior attore emergente. Il dramma e le sofferenze dei migranti impersonate da lui e dall’attore Moustapha Fall (il cugino Moussa), seguite con sensibile partecipazione dall’obbiettivo del regista di Dogman, sanno arrivare, e senza retorica, dritto al cuore dello spettatore.

Con: Seydou Sarr, Moustapha Fall, Amath Diallo.

Nelle sale torinesi

Voto: 8/10

Anna Scotton

annas@vicini.to.it

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