Mercoledì 30 Marzo scorso: nuovo appuntamento del ciclo 10 x 10, 10 trasformazioni x 10 Circoscrizioni, dedicati ad alcune delle principali trasformazioni urbane che stanno interessando le dieci circoscrizioni cittadine.
Questo è il settimo di dieci incontri durante i quali l’assessore all’urbanistica Lo Russo, presidente di Urban, ed il suo staff raccontano la storia dei luoghi oggetto delle trasformazioni, gli interventi in corso ed i progetti futuri, dando poi spazio al dibattito con i cittadini.
Si parla di recupero e riconversione di Torino Esposizioni, il complesso nato nel 1938 come Palazzo della Moda, ma che nel tempo ha cambiato la sua destinazione in relazione a diverse esigenze.
L’architetto Giulietta Fassino ne ripercorre la storia: si tratta di 4 edifici ma il più prestigioso rimane il padiglione centrale, con interventi dell’architetto Biscaretti di Ruffia, poi con la copertura autoportante progettata da Pier Luigi Nervi per ospitare il Salone dell’Automobile di Torino. Un luogo fisico ma anche simbolico per la città. Nel 2003 il padiglione 3, all’epoca utilizzato come palazzo del ghiaccio, diventa oggetto di una gara per destinarlo a pista per le gare di hockey. Oggi, tuttavia, l’intera struttura richiede di essere ripensata: impiantistica obsoleta, costi di gestione proibitivi.
L’obiettivo è di realizzare uno spazio in grado di integrare attività di formazione e ricerca avanzata nel campo dell’architettura, della pianificazione e del design, ed un nuovo modello di Biblioteca Civica. Mentre nei padiglioni 1, 3B e 5 troveranno spazio le attività didattiche della Facoltà di Architettura. Sarà un Campus aperto alla Città: cittadini, turisti, giovani, anziani, studenti e famiglie.
Ma anche un veicolo per poter attrarre più studenti internazionali nella nostra scuola di Architettura, nell’ottica di una strategia iniziata alcuni anni fa di puntare su Torino Città Universitaria. Nel contempo recuperando aree che erano state in larga parte dismesse.
Un passaggio nodale è rappresentato dal trasferimento della Biblioteca Civica Centrale.
Rimane nei rappresentanti delle istituzioni locali il rimpianto per l’accantonamento del progetto dell’architetto Mario Bellini, troppo bello per essere vero, ma il Master Plan presentato due anni fa dallo staff dell’assessore Lo Russo prevede una ricollocazione altrettanto dignitosa. La Biblioteca sarà integrata con le funzioni universitarie, attualmente “compresse” (Lo Russo riferisce di un apposito programma software sviluppato dal Rettorato del Poli per ottimizzarne l’utilizzo delle aule, che ad oggi sfiora il 97%). Ma una biblioteca di cui sarà diversa la percezione: da sala lettura a spazio aperto di cultura, a cui faranno complemento grandi aule e laboratori didattici.
Costi: il valore globale dell’opera è stimato oggi a 90 milioni: di questi 34 sono stati recuperati da una legge che finanziava il recupero funzionale delle strutture olimpiche. Ricollegandosi all’uso del padiglione come pista olimpica di hockey, la Città, a cui competono le modalità per la destinazione delle risorse, ha ottenuto di poter utilizzare questa somma a parziale copertura dell’intervento.
E per la parte rimanente? Lo Russo ci prova: se qualcuno avesse una ricca zia che vuole conquistare la celebrità lasciando in eredità qualche decina di milioni, la Città se ne mostrerà grata. E se la vecchia zia non ci fosse (interviene una cittadina) o continuasse a godere di ottima salute?
Intanto si prevede di procedere per lotti relativamente piccoli. Per il resto c’è una certa fiducia nella ripresa: dovrà pur finire il tempo dei ragionieri e ritornare quello degli ingeneri.
Interviene Mario Cornelio Levi, Presidente della Circoscrizione 8 che ingegnere lo è: per segnalare la soddisfazione delle istituzioni locali più vicine ai cittadini, per questo progetto e ricordare il proprio interesse per la liberazione del Valentino dalle auto. Una soluzione su cui la Città è sempre d’accordo: è questo un motivo ricorrente da parte di Lo Russo: non ci si può aspettare che alla realizzazione di ogni grande opera corrisponda la creazione di un proporzionale numero di parcheggi auto. Un parcheggio interrato è previsto, ma la zona è servita dalla Metro a pochi isolati e dalla linea tranviaria. E, per chi se la sente, azzarda Lo Russo, anche talmente centrale che può essere raggiunta in bicicletta da tutta la città.
Tempi: il progetto, interamente pubblico, è ragionevolmente previsto entro il prossimo anno. Quando si parla di intervento pubblico c’è da mettere in conto che non c’è progetto che non finisca prima o poi davanti ad un TAR. Giusto il momento della discussione pubblica, ma c’è un tempo nel quale la necessità di decidere diventa preponderante. Detto questo, si ritiene che il completamento potrebbe essere entro il prossimo mandato dell’Amministrazione.
Uno studente di architettura si rammarica che l’affidamento del progetto non sia stato oggetto di una gara aperta per dare modo di partecipare anche ad uno studio locale: nell’ambito di Torino e del Piemonte ci sono capacità ed esperienza all’altezza del compito. L’importanza, anche storica, della struttura, un edificio inserito nella World Heritage List, ha invece dettato una scelta diversa: una preselezione degli studi che si sono candidati per offrire questa possibilità ai migliori architetti del mondo. Infatti proposte sono giunte da tutto il mondo, e tuttavia il requisito è rimasto quello di associarsi ad uno studio locale.
Prossimo appuntamento 15 aprile presso la sede di Urban Center per discutere del Collegio Carlo Alberto di Piazza Arbarello.
Gianpaolo Nardi
gianpaolon@vicini.to.it
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