INCET, fabbrica produttrice di cavi elettrici, fondata nel 1888 dai fratelli Vittorio e Giuseppe Tedeschi. Inizialmente denominata Società Tedeschi, assume nel 1938 la nuova sigla di INCET, mantenendola fino al 1968, quando, assorbita dalla Pirelli, trasferisce la produzione a Livorno Ferraris.
Fondata nel 1888 da Vittorio e Giuseppe Tedeschi, l’Industria Nazionale Cavi Elettrici Torino (INCET), si specializza nella fabbricazione di cavi elettrici “delle misure più svariate, con condutture in rame e in alluminio”.
Nel 1898 impiega 250 dipendenti e i suoi prodotti raggiungono un elevato livello qualitativo, tale da farle ottenere importanti commesse in ambito nazionale ed estero. Il primo decennio del Novecento coincide con un sensibile incremento della produzione e della manodopera: con i suoi 480 addetti del 1904, diventati 616 nel 1911, è una delle principali fabbriche della Barriera di Milano.
Contemporaneamente l’azienda costruisce lungo corso Vigevano, a pochi passi dallo stabilimento, un complesso di abitazioni destinate ai propri dipendenti. Nel 1938, dopo l’emanazione delle leggi razziali, la società muta la propria denominazione in INCET, mantenendola anche negli anni successivi.
Nel 1943 la fabbrica, che si estende su un’area di “65.200 metri quadrati”, impiega 2.000 dipendenti e lavora, giornalmente, “oltre 70 tonnellate di alluminio e 140 tonnellate di rame”. Dopo il bombardamento alleato del 13 luglio 1943, che paralizza quasi completamente la produzione, decentra parte delle lavorazioni a Bussoleno.
Al termine del conflitto l’attività riprende normalmente fino agli anni del secondo dopoguerra, quando la INCET è assorbita dalla Pirelli che ne conserva il nome fino al 1968, anno che segna il trasferimento delle unità produttive a Livorno Ferraris e l’abbandono del complesso di Barriera di Milano.
A seguito della dismissione il sito è rimasto in una condizione di sostanziale abbandono che si è protratta fino ad inizio 2009, tranne alcune parti dell’area che sono già state sottoposte ad interventi di recupero, in particolare gli edifici che si affacciano su via Cigna e parte di via Cervino ospitano ora uffici e spazi commerciali dei magazzini dell’abbigliamento FACIT, quelli collocati su corso Vigevano sono stati demoliti e sostituiti con nuovi edifici residenziali.
Cronologia
1888 – Fondazione;
1911 – Costruzione in corso Vigevano di abitazioni per dipendenti;
8 dicembre 1942 – Bombardamento;
13 luglio 1943 – Bombardamento. Decentramento a Bussoleno di parte delle lavorazioni;
25 aprile 1944 – Bombardamento;
1968 – Trasferimento delle lavorazioni a Livorno Ferraris (VC) e chiusura stabilimento di Torino.
Le voci di chi ha “abitato”, vissuto la fabbrica, nel video che segue, ci raccontano un rapporto nostalgico, di consapevolezza della fine di quel che resta di quel luogo, ma anche del rapporto intenso con il quartiere Montebianco. Ora invece potete vedere i lavori in corso, così come si mostrano al momento in un altro nostro articolo.