Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Addio, partigiano Ferruccio Maruffi

Riceviamo e volentieri pubblichiamo le parole che Marisa Quirico dedica alla scomparsa di Ferruccio Maruffi, (a destra nell’immagine), presidente dell’A.N.E.D. di Torino, testimone infaticabile degli anni di lotta al nazifascismo.

ferruccio marcello114Ferruccio ci ha lasciato

Venerdì 9 ottobre è mancato Ferruccio Maruffi all’ospedale Martini di Torino.

Ferruccio Maruffi , partigiano nelle file della Resistenza, deportato a Mauthausen, Gusen I, Schwechat, Gusen II, sopravvissuto alla deportazione e tornato a Torino dopo la liberazione di Mauthausen il 5 maggio 1945, ha, da subito, voluto offrire la sua testimonianza rendendosi disponibile ad andare nelle scuole, a registrare video, a raccontare nei suoi libri la sua esperienza (tra gli altri “Codice Sirio”, “Laggiù dove l’offesa”, “Fermo posta Paradiso”) sottolineando che l’uomo ha in sé la capacità di poter resistere ai soprusi anche in situazioni estreme come in un campo di concentramento. Dall’esperienza del Lager, devastante, Ferruccio ha cercato di cogliere gli aspetti positivi, la solidarietà umana tra persone che parlavano lingue diverse, la capacità di non odiare perché l’odio è un sentimento che ti rende debole. “Chi odia diventa sempre più impotente” ha sempre sostenuto.

“Abbiamo vinto noi” ha sottolineato con fermezza Ferruccio quando è stato invitato alla Cascina Roccafranca in occasione della ricorrenza del Giorno della Memoria. Abbiamo avuto la gioia di averlo ospite la prima volta nel gennaio del 2008 e l’anno scorso, il 16 gennaio 2014 insieme al suo compagno e amico Marcello Martini, come lui deportato a Mauthausen per ascoltare la loro testimonianza che ha fatto da accompagnamento alla mostra fotografica “Da Mauthausen a Gusen” di Renzo Carboni.

Con lui se ne va un altro testimone diretto della deportazione. Ma ci rimangono i suoi testi, i suoi video e tutta la memorialistica di chi purtroppo non c’è più che potranno parlare a tutti coloro che sapranno e vorranno ascoltare per continuare un cammino che loro ci hanno indicato.

Marisa Quirico (A.N.E.D. Torino)

 

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