Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

“Fare Eco: conoscere, cooperare, cambiare”.

Presentato il progetto di Sportidea Caleidos

Il budget è esaurito”. Bastano 2 parole al Prof. Alberto Poggio per fissare la situazione del Pianeta.

L’Associazione “A.S.D.C Sportidea Caleidos” ha organizzato il 18 maggio scorso, in Cascina Roccafranca, un evento dal titolo “Fare Eco: conoscere, cooperare, cambiare”.

“Noi non siamo un’associazione ambientalista” introduce Alberto Elia, vicepresidente Sportidea, “ma sentiamo l’esigenza di occuparci di tematiche di sostenibilità e difesa dell’ambiente: problema di cui si parla solo quando succedono catastrofi naturali. Per offrire a noi stessi un futuro, ognuno di noi può fare la propria parte.

Condivide Luca Rolandi, Presidente della Circoscrizione 2. “L’esigenza della partecipazione, nel quartiere, ha sempre avuto forti legami e si riscopre in progetti come questo. Ognuno col suo compito storico.” Per Rolandi questo è “Un debutto, un inizio, Noi ci saremo.”

Il budget esaurito riguarda la concentrazione di Co2. Nei soli ultimi 200 anni il grafico si impenna drammaticamente, continua l’Ing.Poggio, e non si tratta di fenomeni alieni o della fuoruscita da giacimenti sotterranei: la causa siamo noi. Legata al nostro sviluppo che ci avevano abituati a credere inarrestabile, con risorse infinite.

L’anidride carbonica è un composto stabile, si usa persino per conservare gli alimenti, combinata con l’azoto. Ma siamo al limite.

Bisognerebbe eliminare quella accumulata, ma non ci sono soluzioni attendibili. Comprimerla dentro bombole? Si può, usiamo anidride carbonica in bombole, ma dove le mettiamo in quella quantità? Insufflarla sottoterra, al posto del metano? E se scoppia un terremoto ed esplode nell’atmosfera?

Eppure l’energia è vitale per noi. Ne abbiamo bisogno, ma l’abbiamo usata in modo iniquo.

Le forme principali, oggi, sono l’energia elettrica, il calore, il movimento. Tutte a base di carbonio.

La normativa UE ci chiede di arrivare entro il 2050 a zero emissioni, entro il 2030 -55%. Il pianeta ci sta dicendo, io in questo miliardo di anni mi sono adattato, siete voi, genere umano, arrivato in questi poche centinaia di anni, che vi dovete adeguare.

Come fare? Occorre un cambiamento, quel cambiamento che chiamiamo transizione energetica. Puntare sul nucleare? Scelta difficile da realizzare, costosa e con tempi lunghi.  L’idrogeno? Ci sono giacimenti di idrogeno? Ce ne sono, ma infinitesimali rispetto ai bisogni. Ricavarlo dall’acqua significa spendere altrettanta energia quanto quella che si ricaverebbe.

Ci sono due passaggi fondamentali per recuperare. Primo ridurre i consumi; se riduciamo i consumi si riduce proporzionalmente il fabbisogno. Agendo prima di tutto sugli edifici (riscaldamento e raffreddamento) e sui trasporti. Secondo, puntare sulle rinnovabili.

Il mercato ha già fatto la sua scelta: nel 2025, nel mondo, le rinnovabili saranno la maggiore fonte di energia. Il vento, il solare sono gratis, L’acqua appena poco meno. Negli anni 70, ai tempi dele esplorazioni spaziali, un kwh costava 100.000 dollari, oggi meno di 2 euro. L’installazione è rapida. Il mercato va su cose concrete.

Chi ha certamente fatto le sue scelte è il professor Vito Rosiello, ex insegnante dell’ITI Majorana di Grugliasco, che presenta un piccolo laboratorio fotovoltaico allestito nel cortile. Da un pannello delle dimensioni di un tablet ricava l’energia per alimentare una striscia capace di illuminare una scrivania. Ci mostra un pannello flessibile di circa 1 metro quadro, realizzato da una ditta di Avigliana, che permette di assicurare l’energia per un giorno ad un camper.

Rosiello in passato ha accompagnato la sua classe in Burkina Faso in visita ad una classe gemellata di pari livello scolastico. In Africa vivono 1,5 miliardi di abitanti, di cui il 70% ha meno di 35 anni. L’energia scarseggia. “Gli africani vanno lentamente, però pensano. Servono strumenti e conoscenze. Atti concreti”, dice Rosiello.

E’ quello che hanno fatto gli studenti. A Gourcey, una piccola città con un territorio vastissimo, realizzano una stazione di pompaggio per un mattatoio. Un progetto pensato, discusso. Su sollecitazione degli agricoltori locali, con gli studenti, nasce un impianto a goccia, una soluzione che riduce significativamente il fabbisogno di acqua.

Tra i molti esempi di progetti di successo basati sull’energia del fotovoltaico, Rosiello ricorda un intervento a Betlemme in Cisgiordania, in collaborazione col Politecnico di Torino. In quella regione ad ogni minima controversia viene sospesa la fornitura dell’energia. Con il supporto fornito e l’installazione di ampie estensioni di pannelli solari, l’intera cittadina è ora indipendente dal punto di vista energetico.

Fermarsi, Formarsi Fornirsi, è il motto di Rosiello. Conoscenze e strumenti.

Insomma possiamo dire che stereotipi come aiutiamoli a casa loro, funzionano. Se li applichi.

Gli fa sponda Alberto Elia: “sostenibilità non può prescindere da giustizia sociale. Non deve essere a discapito degli altri Paesi del mondo”.

All’Ing. Chiara Monzani, del Dipartimento di Energia del Politecnico, il compito di ricordare il contenuto delle 10 serate di approfondimento che copriranno tutta la prossima stagione.

Chiara sta conducendo un dottorato di ricerca sulla decarbonizzazione del teleriscaldamento, e ci tiene a chiarire alcune peculiarità della nostra situazione.

Perché il cambiamento climatico è globale, ma si determina in maniera locale. “Fa più caldo” provoca Chiara, beh…ci adatteremo…tendiamo a minimizzare. Sembrano problemi circoscritti, “magari interessano solo i giovani?”. No è un problema di tutti. Cita un caso emblematico “Il governo svizzero ha firmato l’accordo di Parigi sul clima (2015) ma non lo ha applicato. Un gruppo di anziane attiviste ha denunciato il governo per l’nadempienza, dimostrando che ci sono problemi di salute, ed il tribunale ha dato loro ragione. Per la prima volta una causa ha acceso un faro sul fatto che non è solo un problema dei giovani”.

Cambiare le nostre abitudini: serve? continua la relatrice. Dobbiamo acquisire il fatto che noi siamo parte della soluzione. Il cibo, l’agricoltura i trasporti, l’energia nelle case. Agendo su questi aspetti della nostra società si possono ridurre le emissioni a valori dal 19 al 37 %. Riportando alla realtà italiana la situazione proposta dal prof Poggio, si vede che i maggiori contributi all’apporto di Co2 sono la produzione di energia, la mobilità ed il riscaldamento.

Altro fattore, lo spreco alimentare; in ambito domestico, nei supermercati o nella ristorazione. 79 kg di cibo avanzato ogni persona.

Ecco perché le 10 giornate di approfondimento, avranno lo scopo di portare nelle nostre case, al lavoro, in palestra la consapevolezza di come si agisce su quel 19% (o più). Saranno oggetto dei confronti gli aspetti di psicologia ambientale (le barriere al cambiamento), gli interventi della UE, consigli pratici per il risparmio energetico in alloggi e condomini, le forme di produzione di energia condivisa. Oltre alle tematiche sui rifiuti, l’acqua, l’aria.

Il ciclo non si concluderà con le 10 serate, ma si pensa di far seguire un’ulteriore serie per confrontarci sui possibili risultati pratici delle nostre azioni positive.

Deborah Nurchis, responsabile per il settore cultura in Sportidea, annuncia una serie di incontri con autori che scrivono sui temi qui citati. Si partirà da settembre.

Il Progetto ha un simbolo, anche questo concreto, se ci si passa la contraddizione. Ne è autore ed interprete Tarcisio Stagnati. L’A.P.E. acronimo di Attivazione Personale Ecologica, è rappresentato da un alveare in sezione, emblema della cooperazione. “Noi vogliamo creare dei gruppi di interesse, di cooperazione”. Questo alveare sarà installato nella palestra Centro Europa in via Gaidano 103, “per condividere interessi e piccoli progetti.” Chi avrà un’idea potrà esporla e condividerla usando le cellette.

Alberto Elia conclude: approcciare e diffondere la nostra idea di cambiamento forse non è così costoso. Azioni concrete a volte sottovalutate, potrebbero dare un contributo significativo.

L’evento è stato sottolineato ed arricchito dall’esibizione del gruppo artistico multidisciplinare di Anna Abate e Graziana Di Stefano e dal laboratorio di arti creative per bambini e ragazzi sotto la guida di Cristiana Canducci.

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

Fotografie di Patrizia Bonfratello

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