La parola “votare” di questi tempi, fra Italicum e Giunte squalificate, fa venire l’orticaria.
Con il bando “Chefare2”, invece, giunto alla fase finale delle votazioni, siamo in un’altra storia, forse in un altro Paese. E’ il mondo delle Case di quartiere, un mondo sintetizzato nel video presentato durante la Festa all’Hub Cecchi Point il 7 marzo scorso e che vi abbiamo già mostrato in un precedente articolo.
Una ricetta che mescola sapientemente vari ingredienti a chilometri zero di cui a Torino c’è abbondanza: proposte artistiche, attività culturali, servizi formativi, capacità creative. Il tutto condito da impegno sociale, solidarietà, piacere di stare insieme. Verrebbe da dire, bellezza, se uno non rischiasse di essere noioso.
La festa Di casa in casa al Cecchi Point di venerdì scorso da momento di condivisione per conoscere meglio il progetto e le Case di Quartiere che lo hanno creato è diventata una serata di festa e musica nel Salone delle Arti, con l’orchestra di Porta Palazzo. Un aggregato multietnico, una dozzina di musicisti, un turbinio di strumenti (tra chitarre e tastiere, e vari strumenti consueti abbiamo creduto di riconoscere anche un liuto e un oboe), un numero imprecisato di percussioni martellanti.
“Quando mi chiedono: Che musica fa l’orchestra di Porta Palazzo?” introduce la leader del gruppo, “rispondo: boh?” Ma appena invita il pubblico ad alzarsi in piedi per partecipare al coro, tutti scattano entusiasti a pronunciare ritmicamente una parola sconosciuta.
Gianpaolo Nardi
Lascia un commento