Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Nostalgia, di Mario Martone

In concorso all'ultimo Festival di Cannes

Don Luigi: Tu ti illudi, i cuori si richiudono col tempo.
Felice: No, i nostri no.

Mario Martone, apprezzato regista partenopeo trapiantato a Roma, continua  a riferire le basi della sua cultura, della sua sensibilità, della sua poetica alla città natale, presente fin dall’esordio con Morte di un matematico napoletano, del  1992. A tali radici torna ricorrentemente (Capri-Revolution , Il sindaco del rione Sanità, Qui rido io), salvo aprire parentesi dal valore culturale e filmico significativo  come Il giovane favoloso.

Ispirato a un romanzo di Domenico Rea, Nostalgia è in qualche modo il manifesto del legame viscerale dell’autore con Napoli, sentita essenzialmente come madre: non a caso, nella parte iniziale del film, il protagonista, rientrato nel capoluogo partenopeo dopo 40 anni di peregrinazioni in varie zone del mondo, ritrova e accudisce la vecchia genitrice. L’abluzione dell’anziana a cui si dedica con delicatezza ammirevole (forse la parte migliore della prestazione di Pierfrancesco Favino), in una sorta di pietà  rovesciata, non purificano Felice dal senso di colpa  per i decenni di lontananza, silenzio, abbandono: proverà ad attenuarlo recandosi a “le capuzzelle”, specie di catacombe dove ci sono migliaia di teschi, e  si prenderà  cura di uno di questi  affinché gli porti la grazia del perdono.

Il ritorno a Napoli si configura, quindi, come definitivo e ha soprattutto lo scopo di recuperare il rapporto con un caro amico d’infanzia, Oreste, compagno di scorribande dell’adolescenza, anche se Felice viene a sapere che ora è un noto camorrista, precipitato negli abissi del crimine: “o’ malomm” è una figura infernale e temuta e tornare ad averci a che fare non sarebbe consigliabile….

La Napoli del rione Sanità mostra tutte le sue crepe, che la volontà tenace di Don Luigi prova a contrastare con l’attività di recupero e d’integrazione dei giovani, anche stranieri: ai quali si mescola Felice, con la propria conoscenza di lingua e musica araba,  mettendo in scena un altro momento suggestivo del film.

Buona scelta dei comprimari (in particolare l’Oreste di Tommaso Ragno), selezione sapiente delle inquadrature, toni che evitano ogni eccesso di sentimentalismo fanno di Nostalgia un’opera sincera e riuscita, che ha meritato nove minuti di applausi a Cannes.

Con: Pierfrancesco FavinoFrancesco Di LevaTommaso RagnoAurora QuattrocchiSofia EssaidiNello Mascia

In programmazione nelle sale torinesi

Voto: 8/10

Anna Scotton

annas@vicini.to.it

 

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