Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Che genere di città

Lo sguardo delle donne sul Piano Regolatore

Il saluto dell’Assessore Rosatelli, padrone di casa, Assessore alla Politiche Sociali, ai Diritti ed alle Pari Opportunità di Torino, esordisce con una riflessione sul modo maschile di vedere la città: un percorso in auto tra la casa ed il lavoro.  Magari severo, ma giusto; perché il convegno del.8 marzo scorso, presso l’Assessorato in Via del Carmine 16, si proponeva proprio di mettere a fuoco un punto di vista in gran parte alternativo: quello della Donna. Leggendo così la “Giornata della Donna” in modo non solo celebrativo. E’ il momento giusto, spiega l’Assessore all’Urbanistica, Paolo Mazzoleni. E’ in corso già dalla primavera dell’anno scorso un percorso partecipativo che coinvolge tutta la cittadinanza per la formulazione del nuovo Piano Regolatore della città. Un piano che ha 40 anni (“capite quale poteva essere il concetto di genere 40 anni fa?”). Un piano peculiare, ambizioso e che ha funzionato bene all’inizio ma ha ormai non solo molti anni ma anche centinaia di modifiche alle spalle. Il Piano è impostato, ora è il momento dell’ascolto.

Modera Maria Teresa Martinengo, giornalista.

Si inizia con una carrellata di buone pratiche di “altri”: esercizio di “best in class”, confronto, proposte.

I temi che emergono sono per lo più noti, ma con sfaccettature originali. Fiorenza Gamba, dell’Università di Ginevra ha invitato gli studenti a lasciare i banchi di scuola e andare per strada a raccogliere il “sentiment” femminile. I risultati: nelle città, nate a misura di uomo, spesso alle donne è data scarsa visibilità, gli spazi urbani concessi alle donne sono più ristretti, in tutti i campi. Si è così deciso di inserire il nome di una illustre concittadina sotto quello di alcune strade principali. Un tributo ma anche un simbolo. C’è il tema della paura. Che è anche una narrazione che si autoalimenta: come reagire? Organizzare un programma di passeggiate notturne. Occupare gli spazi, cambiare lo scenario.

Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, di “Sex and the City” (“Le differenze di genere influenzano l’uso della città?”, con il progetto Urbanfile hanno creato una mappatura di Milano con l’occhio alle esigenze femminili. Varie considerazioni spiccano dall’indagine: gli spazi pubblici sono occupati in senso maschile: dove sono le ragazze? Si chiede Florencia. La mobilità ha una maggiore complessità, dovuta alla peculiarità del lavoro di cura; i doveri sono più stratificati, quindi i percorsi più vari. Quella femminile è un’occupazione che dura dai 36 ai 74 anni. Servono gli asili, mai sufficienti.

Un elemento urbanisticamente essenziale risulta la disponibilità di servizi igienici pubblici. Al riguardo, Tokio, fra le città del mondo, merita una menzione speciale, secondo le ricercatrici. Un mormorio di approvazione in sala. Acquisiamo la notizia, una ragione in più per una visita.

Quali sono i fattori che determinano la percezione della paura? Si chiede Azzurra. Al centro ci sono comportamenti maschli, Ma la fisicità ha un ruolo, in una città. Contro la percezione dell’insicurezza è nato il progetto Step Up, che propone di assicurare la camminabilità di notte. La paura del crimine è alimentata dalla scarsa illuminazione o dalla presenza in una zona di soli maschi. In realtà, in base al numero di denunce rilasciate, le donne risultano meno a rischio. Temono uno sconosciuto ma la maggior parte dei crimini sono perpetrati in ambito domestico. Ma conta anche la cura di un luogo. Il tema è ampio ma anche spesso strumentalizzato; si costruisce una città pericolosa e si accredita con questo il ruolo della donna “casalinga”. Si tratta di “portare fuori” le donne, se no si rischia di non vedere la città in un’ottica di genere.

Lisa Parola, storica e curatrice d’arte. Cosa sono i monumenti? Sono statue silenti; ma quando la storia cambia direzione e altre voci si sollevano, incominciano a parlare. Stalin, Saddam. Ma la statua è maschile. Il monumento comunica e, secondo Parola, comunica al maschile. Il posizionamento non è mai neutro. ma segno della distanza tra il personaggio-simbolo e il piano è il basamento. Le statue (pensiamo a quella di Cavour, in piazza Carlina) hanno un basamento altissimo ed è evidente lo scopo celebrativo. “Giù i monumenti” provoca Parola in un suo libro. “Io preferisco l’inciampo urbano”. Permette di fermarsi ed osservare, riflettere.

Nella seconda parte del covegno, la parola va ai protagonisti della “Torino che cambia”.

Chiara Lucchini di Urban Lab si occupa di sviluppo territoriale. La città che cambia va interpretata in forme nuove: nuove opportunità abitative, valorizzare il capitale sociale, progettare la città in funzione di tutti i suoi abitanti. E qui bisogna scalzare il mito della neutralità di genere. Neutro è uomo. Tra i temi emergenti nello sviluppo della città spicca il ruolo del Gender City Manager che affianca il Servizio di Pari Opportunità con il compito di monitorizzare le politiche dell’Amministrazione. Lo strumento è il Gender Equality Plan, “Una lettura di genere sulla città”.

La Città di Torino, con Valeria Vecchiano propone un Piano di Azione integrato, focalizzato sull’ eguaglianza di genere, e con un bilancio proprio;  sul versante intenazionale, la progettazione della UE con Laura Bosaia, si concentra sullo sviluppo urbano sostenibile.  Laura Bosaia illustra il Piano “URBACT IV 2021-2027” programma su scala europea sulle Politiche digitali, Transizione verde, Parità di genere. La parità di genere sarà inclusa in tutte le politiche cittadine. Lotta agli stereotipi. Lotta alla diversità. La parità di genere all’insegna di “non donne per le donne ma le donne per tutti”.

Roberta Ingramo, dell’Ordine degli architetti, richiama alcuni progetti in collaborazione tra architetti ed ingegneri. Spicca la formazione. I temi trattati si incentrano sulla città fisica e la mobilità, gli spazi per la donna nel lavoro (il ruolo degli ingegneri specie in quanto donna) nella Sanità (la prevenzione), disabilità e sicurezza.

Anna Prat del Comitato Torino Città per le Donne. Viviamo una fase molto interessante. Il PRG è la grande occasione: la pianificazione al femminile dovrà essere introdotta a tutti i livelli e con tutte le articolazioni. Il Comitato Torino Città per le Donne intende tracciare la divisione fisica della città intesa come “urbs” e “civitas”, la città pubblica e la civitas, rappresentata dall’ organizzazione sociale, la coesione. La cultura, la storia, la religione. Segni frutto del tempo che le ha introdotte. Si trasforma quello che è stato costruito. Torino è città monarchica e industriale. Progressista. TOxD è un grande progetto che interessa Barriera di  Milano, Aurora, Porta Palazzo. Il PRG darà delle regole generali, ma sarà integrato negli aspetti peculiari: trasporti, politiche urbane. Gran parte dei temi sono stati toccati, dice Anna Prat. Vale la pena citare l’Housing. La città era stata disegnata per famiglie numerose, oggi le donne vivono più a lungo, spesso da sole; vanno ripensate l’abitazione (ad esmpio co-housing), iservizi wdi welfare di prossimità. ToxD sta lavorando sulla mappatura della città sulle esigenze specifiche per le donne. Salute, formazione. E ci sono badanti, casalinghe. Un mondo. Anna Prat invita a servirsi dei materiali disponibili.

Lucia Garattini rappresenta la voce delle donne come utenti.  “Lo sguardo di cura è lo sguardo delle donne” esordisce.  Osservazioni che emergono da esperienze quotidiane. Barriere architettoniche. Manutenzione di spazi verdi e parchi giochi; cassonetti difficili da utilizzare. Servono strutture agili. E attenzione da parte di chi le usa. “Agli urbanisti il compito di progettare, agli amministratori chiediamo che assumano questo sguardo di cura”. La bellezza va conservata la città governata. Servono le panchine per sedersi quando sei stanco, il posto per posare la borsa. Sguardi ma anche ri-guardi. E serve che ai momenti di ascolto seguano momenti di restituzione.

Compito che Rosatelli e Mazzoleni, asseriscono, non hanno difficoltà ad accettare. Il taccuino di entrambi trabocca di spunti. Il percorso del PRG disegnato da Mazzoleni e coloro che ci lavorano continua.

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

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