Sono passati due anni da quando Renzo Piano presentava un progetto di risanamento delle periferie di alcune grandi città “dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella su cui si concentra l’energia umana, e quella che lasceremo ai nostri figli”. Il progetto, finanziato in parte proprio dall’architetto è in via di sviluppo ed è stato intitolato “Rammendo delle periferie urbane”.
Uno degli esempi di degrado da cui muove il lavoro di Renzo Piano è il “Serpentone”, come i romani hanno chiamato il Corviale, edificio dei primi anni ’70 nella zona Gianicolense. Doveva rappresentare un modello di sviluppo abitativo diverso da quello che Roma conobbe a partire dagli anni sessanta con il boom edilizio (chiamato anche “sacco di Roma”) che si risolveva nella nascita di interi quartieri completamente privi di servizi, chiamati “quartieri dormitorio”.
Il serpentone è formato da due palazzi lunghi un chilometro per nove piani di altezza, uno in fronte all’altro, con all’interno ballatoi lunghissimi, cortili e spazi comuni, e da un altro edificio lineare più piccolo che orizzontalmente si unisce al primo edificio tramite un ponte. In totale 1200 appartamenti, oggetto di occupazioni e degrado fino ai giorni nostri.
Il film prende spunto da un progetto di riqualificazione che ha poi visto la luce a fine 2015, ed ha avuto tra i predecessori un piano elaborato dall’architetto Guendalina Salimei (“Chilometro verde, riqualificazione piano libero del Corviale”), architetto di successo, Corviale a parte, qui interpretata da una Paola Cortellesi stratosferica (recita in dialetto abruzzese, e abruzzese non è).
Cast di professionisti di grande livello, tra cui un Raoul Bova sempre macho ma…dalla sponda sbagliata (almeno per le aspettative di lei). Divertente e attuale, senza indulgere a pretesti ed equivoci.
Cascina Roccafranca 21 febbraio ore 21
Ingresso libero
Per Roccafranca film
Gianpaolo Nardi
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