Una visita al Mausoleo della Bela Rosin mercoledì 21 settembre alle ore 16.00, organizzata dai volontari del Progetto Senior col supporto della Circoscrizione Due della Citta di Torino, per gli over 65 residenti a Mirafiori sud.
Un’occasione per conoscere la storia del Mausoleo della Bela Rosin e i suoi personaggi e per scoprire le radici storiche del quartiere.
Ma chi era Rosa Vercellana, ovvero la ‘Bela Rosin’?
La figura di Vittorio Emanuele II, per il Piemonte e per Torino, ha rappresentato da sempre un simbolo: il monarca che ha saputo costruire, con Camillo Benso di Cavour, la trama politico-militare che ha sostanzialmente portato all’unità d’Italia; fu l’ultimo re di Sardegna e il primo re d’Italia. Pagine e pagine sono state scritte sulla persona, sulle sue capacità, sul suo temperamento e sulle sue passioni amorose.
Un capitolo importante della vita di Vittorio Emanuele II è rappresentato dalle sue chiacchierate vicende sentimentali e familiari: sposato con Maria Adelaide d’Austria, conosce nel 1847 Rosa Vercellana, una giovane, minorenne, e analfabeta.
Tra i due si sviluppa una passione e una successiva relazione che durerà per quasi trent’anni. La relazione con Rosa Vercellana,iniziata quando la moglie era ancora in vita, continua dopo la morte della moglie senza che lui riesca a sposarla, per l’ostilità dei suoi ministri, in particolare Cavour, che vorrebbe fargli stringere un’alleanza matrimoniale con qualche principessa di sangue reale.
Soltanto nel 1869 il re sposa la Vercellana, detta affettuosamente “ La Bela Rosin” in matrimonio morganatico, cioè senza che lei possa diventare regina. Da questa relazione nascono anche 2 figli.
Per curiosità, è da dire che Vittorio Emanuele II ebbe dalla moglie legittima ben 8 figli.
Le fonti ci dicono che il re ebbe anche altre relazioni, sia con donne di origine nobile che popolare e da queste relazioni nacquero vari figli, che poterono in qualche maniera beneficiare di trattamenti economici adeguati, per il loro sostentamento.
Sicuramente, la figura femminile di Rosa Vercellana occupa nella storiografia ufficiale di Vittorio Emanuele II e nell’immaginario collettivo piemontese un posto di rilievo, con questi particolari di vita assolutamente dissonanti rispetto agli usi e ai costumi morali (ufficiali ..) della seconda metà dell’ottocento.
Il re passava con lei molto tempo, soprattutto nella residenza della Mandria, e si riposava con lei dalle fatiche del governo conducendo una vita semplice, passeggiate nell’immenso parco,cavalcate cibi semplici e genuini.
La morte di Rosa Vercellana, nel 1885, pose alcuni problemi giuridico-istituzionali: in vita lei fu insignita di alcuni titoli nobiliari minori, ma non fu mai nominata regina. Alla morte del re, non le fu consentito andare al suo capezzale, per proibizione dei Ministri del regno di allora. La ‘Bela Rosin’, come veniva e viene affettuosamente chiamata, trascorse gli ultimi anni di vita a palazzo Beltrami di Pisa, che il re aveva acquistato per la figlia Vittoria, e qui morì nel 1885.
La Casa Savoia ne impedì la sepoltura al Pantheon a Roma, in assenza del titolo di regina, ma i figli, a questo punto, fecero costruire a una copia del Pantheon in scala ridotta, poi soprannominata il “Mausoleo della Bela Rosin” a Torino.
Solo nel 1972 le sue spoglie vennero trasferite al Cimitero monumentale di Torino, per evitare profanazioni.
INFO
La Partecipazione è gratuita, con iscrizione obbligatoria
- Strada Castello di Mirafiori 147/8, Torino – Bus 34, 63 – Tram 4
- Al termine della visita, per chi lo desidera, merenda presso la vicina Comunità I Passi con assaggi di pizze prodotte nel forno a legna. Costo: 3 euro a persona (acqua o succo di frutta incluso)
- Informazioni e iscrizioni: Tel. cellulare n. 331 3899523
Giorgio Ferraris
giorgiof@vicini.to.it
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