Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Un dialogo tra detenuti e cittadini sul valore degli affetti. Meditazioni sul Cantico dei Cantici

“Una voce! Il mio diletto!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
Somiglia il mio diletto a un capriolo
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra.”

“Il Cantico dei Cantici: il poema d’amore più conosciuto, più commentato, più tradotto nella Storia, e anche il più misterioso. Che cosa significa il titolo? Perché un poema così fortemente erotico è stato assunto sin dall’antichità, nel canone dell’Antico Testamento?” (Il Sole 24 ore, ottobre 2011).

Il carcere si apre alla città per l’evento teatrale METÀ – Meditazioni sul Cantico dei Cantici, una rappresentazione ispirata ai temi dell’affettività in carcere, in particolare, degli affetti famigliari e coniugali.

Per sei serate, donne e uomini detenuti metteranno in scena quei sentimenti che li toccano con grande forza ma per i quali soffrono privazioni e lontananze, evocando nel pubblico il grande valore degli affetti che, nell’”abbondanza” di chi vive libero, vengono spesso trascurati. La mediazione poetica del testo biblico “Cantico dei Cantici” guiderà il viaggio attraverso gli stati d’animo di coloro che, passando per la solitudine della reclusione, rischiano di essere restituiti alla società persone “dimezzate”. Un gruppo di quindici studenti del primo anno della facoltà di Giurisprudenza, rappresenterà “la gente”, con i suoi giudizi, le ragioni e le paure, creando un ponte con il pubblico.

L’immagine dell’evento è descritta dalla frase

“Da quando non ci sei a me non resta altro che la metà di me…” Michele P.

E’ la frase che ispira il titolo e racchiude il senso della riflessione che sarà proposta da un lato sul valore e l’importanza degli affetti che accomuna tutti, e quindi non di meno le persone detenute, dall’altro sul valore riabilitativo della detenzione.

I versi citati, e che saranno recitati dal coro delle donne, danno il senso dell’impossibilità e della sofferenza, del desiderio/sogno e della distanza (che riguarda anche chi è fuori, figli, mogli, compagne).

METÀ – Meditazioni sul Cantico dei Cantici è allestito da un gruppo di detenuti e, per la prima volta, detenute della Casa Circondariale Lorusso Cutugno di Torino ed è realizzato da Teatro e Società nell’ambito del progetto “IL TEATRO PER UN DIALOGO TRA I DETENUTI E I CITTADINI SUL VALORE DEGLI AFFETTI”.

METÀ

Meditazioni sul Cantico dei Cantici

Casa Circondariale di Torino – via Maria Adelaide Aglietta 35 (già Strada Pianezza 300)

Regia
Claudio Montagna

Realizzazione
Teatro e Società

Laboratori
Teatro: Franco Carapelle – Teatro e Società
Canto e recitazione corale: Nicoletta Fiorina
e Giovanni Ruffino
Acrobatica e espressione corporea:
Marcello Piras

Detenuti e detenute 60 coinvolti in scena e per la realizzazione delle scenografie

Studenti di Giurisprudenza: 15

 


Programmazione – ore 21.00

Martedì 9 maggio 2017

Mercoledì 10 maggio 2017

Giovedì 11 maggio 2017

Venerdì 12 maggio 2017

Lunedì 15 maggio 2017

Martedì 16 maggio 2017

MODALITÀ DI PRENOTAZIONE

Per ogni spettacolo c’è una disponibilità massima di 120 posti. E’ possibile prenotarsi per qualunque data tra quelle elencate, tuttavia, a causa del numero ristretto di posti e della complessità delle procedure, si raccomanda di prenotarsi soltanto se si è certi di poter essere presenti.

La prenotazione è obbligatoria e deve essere inviata via e-mail a:
prenotazione@teatrosocieta.it

Ulteriori approfondimenti su:
www.teatrosocieta.it
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Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

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