Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Migranti di ieri, misteri di oggi

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Venerdì 8 febbraio, alle  h. 18, in Cascina Roccafranca, verranno presentati  due libri:  Al tempo della guerra del sale. Una zampa di capra ferrata e Il segreto della Madonna nera, di Maria Grazia Orlandini, per l’ edizione arabAFenice. Relatrici: Maria Vittoria Frigero Bologna e Maria Luisa Mattiuzzo.

Due libri accomunati dal territorio, il Monregalese, dal periodo storico, Sei- Settecento, dal pretesto attorno cui si dipana la storia: un oggetto concreto. Nel primo romanzo, durante la ristrutturazione di una vecchia casa di famiglia, viene rinvenuta una zampa di capra ferrata che riporta lontano, ad un periodo triste di ribellioni di cui la capra ferrata era il simbolo. L’ispirazione per il romanzo successivo è una statua impolverata posta su un armadio della sacrestia della chiesa parrocchiale di Montaldo di Mondovì: una Madonna nera con Bambino, strana ed inquietante, che ci riporta anche alle Madonne nere dell’Islam.
L’autrice  fa di tali oggetti pietre d’inciampo per rievocare vicende storiche poco note sulle quali da anni ha approfondito e sviluppato le sue ricerche. I personaggi e le vicende quotidiane sono di fantasia, ma ci permettono di entrare in un tempo in cui la Fame era fedele compagna di viaggio e a farla da padroni erano la Paura, la Natura, i Potenti e il Soprannaturale che si manifesta attraverso il Sacro ed il Magico. E’ un mondo di poveri, ma non di vinti.
I protagonisti dell’una e dell’altra storia sono un uomo ed una donna che non si scoraggiano e che, affrontando le avversità, si reinventano una vita che va ben al di là di quella che avrebbero anche solo potuto immaginare. Pinota ne Il segreto della Madonna nera e Miclot ne Al tempo della guerra del sale, racchiudono in nuce alcune delle caratteristiche dell’uomo borghese demiurgo del proprio destino. Spinti certamente più dal bisogno di sopravvivere che dalla consapevolezza imprenditoriale si reinventano un futuro, Pinota come maga e Miclot commerciante, dopo esser fuggiti dalla propria terra per non morire. Migranti.
L’uso abbastanza frequente di parole o frasi in dialetto locale rafforza il tema della narrazione. I suoni duri, a volte sincopati, ci riportano alla durezza della vita in luoghi in cui a far la differenza erano il clima, le malattie, la feroce volontà dei potenti.

Maria Grazia Orlandini, cultrice di storia locale e microstoria, negli anni 70 ha vissuto con la famiglia e lavorato nelle scuole del quartiere che gravita attorno a cascina Roccafranca.

Maria Luisa Mattiuzzo

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