Certo che i Sabaudi sono sempre avanti. Precorrono i tempi: il cinema, l’automobile, i grissini. Ora che tutto il paese deve rimanere a casa ci si accorge che diventare tutti bogia nen non è poi così male. Certo che avremmo preferito non dovere sperimentare questa inattività forzata, ma ci stiamo attrezzando e bisogna dire che le giornate stanno diventando frenetiche.
Non un momento di pace.
I primi giorni sono andati nella preparazione dei disinfettanti casalinghi seguendo vari suggerimenti che non ce n’erano due uguali e ci vuole tempo e abnegazione per raggiungere un qualche risultato degno di nota che non puzzi di cane morto.
Il secondo passo è stata la costruzione delle mascherine con la carta da forno, non vengono bene, probabilmente il difetto sta nella piegatura ad origami, sono imprecise e il risultato è che indossandole si somiglia in modo preoccupante al mastino dei Baskerville.
Però, tanto, in questo periodo non ci guarda nessuno e soprattutto, non mettendo il naso fuori di casa, non si devono indossare. Però il suo tempo c’è voluto e si è incrementata la manualità fine.
Il problema è che ora sta arrivando la deriva più tragica e preoccupante: la sperimentazione culinaria. Non avendo certezze sull’apertura degli alimentari e paventando la serrata prossima, ci si dedica alla preparazione del pane casalingo, i dolci per la colazione, (chè i biscotti magari non si trovano più), e poi, già che ci siamo e abbiamo tempo, finalmente sperimentare i tempi di lievitazione della focaccia pugliese? E la farinata in casa, perchè non è come quella della pizzeria, quasi quasi ci provo anche domani.
Comunque rimettere in ordine i cassetti sarebbe da fare, ma è dura, forse neanche il coronavirus.
Giulia Torri
giuliatvicini.to.it
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