Ci siamo, è iniziato.
La foto dei protagonisti che passeggiano in Via Roma campeggia sulla home page del sito ufficiale delle Nitto ATP Finals. Visti così, in fila per uno, i giganti del tennis non sembrano poi tutti dei giganti. Di essere dei fuori classe tutti, tranne Djokovic, dovranno dimostrarlo.
Ogni sessione del tabellone (due ogni giornata) prevede un incontro di doppio ed uno di singolare, e sarà difficile scegliere chi possano essere i migliori di giornata.
La città si è preparata con diligenza e con passione, come sempre. In piazza San Carlo, il Nitto ATP Finals Fan Village, dedicato agli sponsor e alle istituzioni, Torino ed i Torinesi racconteranno se stessi nei loro ambiti ed eccellenze, sotto l’insegna del claim So Much of Everything (https://www.vicini.to.it/vicini/2021/11/torino-so-much-of-everything/).
L’offerta prevede anche proposte di visite guidate e viaggi a tema nei dintorni; luoghi, musei, teatri, esperienze gastronomiche. E, per il visitatore affrettato, potrebbe diventare una guida da smartphone il video su Tik Tok degli “Eugenio in via di gioia”, geniali e squinternati artisti di strada (l’abbiamo visto tutti, no?, ispirato all’altro futuro evento epocale, l’Eurovisione canora), raccontano alla rinfusa una Torino tascabile e le sue mirabilia in inglese maccheronico.
Cosa manca? Forse un po’ di storia.
Perché Torino è stata per l’Italia la culla del tennis.
Un sorprendente libro di Davide Bertolotto, citato da Museo Torino , che commenta Torino ed i Torinesi con un evidente intento enciclopedico, tra le abitudini sportivo ricreative della città (emblematico questo: “L’esercizio del tiro a segno, coll’archibugio o colla carabina rigata, è il prediletto passatempo de’ popoli abitanti le Alpi. Dalle valli…il viaggiatore ode l’eco de’ colpi con cui si tira a segno nelle città e ne’ villaggi dell’apposita alpina pendice”), ecco dove ci porta:
“Al Pallone, il più virile esercizio ginnico de’ moderni Italiani, si giuoca sotto il bastione orientale del Giardino del Re. Non mancano ad esso in Torino i valenti percussori e ripercussori, gli ammiratori, i parteggianti e gli scommettenti, del pari che altrove, ma con meno solennità che nella parte centrale d’Italia…Poco lungi più in là, evvi la Pallacorda ossia il luogo ove si giuoca alla palla a corda; esercizio da metter anch’esso tra i più violenti dei ginnastici ” (1)
“Verso la fine del Cinquecento” spiega Museo Torino *, “si diffuse la pallacorda, il jeu de paume dei francesi, gioco nel quale i partecipanti, inizialmente con il palmo della mano protetto da un guanto, e poi con una sorta di racchetta, dovevano colpire la palla e lanciarla nel campo dell’avversario, superando un rete tesa posta a metà di un campo rettangolare” spiega Museo Torino. Dunque non c’è soluzione di continuità tra lo sport popolare del pallone elastico ed il futuro tennis, giocato nei cortili della nobiltà.” Quasi ignoto fuor di Torino”.
Il trincotto era il campo rettangolare dove si giocava alla pallacorda (trincot in francese, trinquete in spagnolo, destinato poi alla pelota). Si ricordano quello detto “della Veritina”, all’inizio dell’attuale via Roma; uno nell’area dell’attuale piazzetta reale, di fronte al duomo di San Giovanni. Il più importante è il “trincotto rosso”, che si trovava nell’area dove sarebbe sorto il Teatro Carignano..
Tra una degustazione e un match epocale, ecco uno spunto per un pellegrinaggio là dove i nostri avi si esibivano in questo sport “tra i più violenti“.
* MuseoTorino si propone di conservare, accrescere, documentare e comunicare la conoscenza della città. E’ un museo diffuso, costituito dall’insieme di beni, luoghi, edifici, spazi, siti, elementi del paesaggio, naturale o antropizzato, che costituiscono la città, interpretati e comunicati come sistema unitario.
https://www.museotorino.it/site/about
Bertolotti, Davide, Descrizione di Torino, Pomba, Torino 1840 , p. 371
Gianpaolo Nardi
gianpaolon@vicini.to.it
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