Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Serie tv. Cose serie 15

Ciao maschio? Da qualche anno il dibattito sul patriarcato è  più che mai stringente, sia intorno al ruolo dominante maschile nella famiglia e nelle relazioni affettive, sia relativamente al  tetto di cristallo che impedisce alle donne di ascendere a posizioni apicali nelle aziende, nella politica, nella società tutta….

Sul primo tema si sorride con una serie spagnola, Machos alfa, (2022, 2 stagioni, 20 episodi) distribuita da Netflix, diretta da un pull di registi capitanati da una donna,  Laura Caballero. La fiction  ha per protagonisti quattro amici: Raul, un ristoratore, si oppone alla compagna sessualmente evoluta che vorrebbe “aprire la coppia,” mentre lui ha da tempo una relazione clandestina; Pedro, sceneggiatore di fiction, si licenzia non accettando di essere sopravanzato da una  collega; Luis, vigile urbano, rimuove le difficoltà  che hanno portato il suo matrimonio ad essere  tristemente“bianco” e,  infine,  Santi non riesce a dare una direzione fattiva alla sua vita dopo la separazione dalla moglie. Approccio comedy e una sceneggiatura brillante  non impediscono spunti di riflessione seri su pregiudizi  sessisti e tic contemporanei, spalmati sia sui personaggi femminili che maschili:  ma mentre le donne per lo più scelgono di affrontare le difficoltà a viso aperto, disposte  a rinnovarsi, a rischiare, gli uomini si scoprono contraddittori, impauriti,  “sull’orlo di una crisi di nervi”. Tant’è che, consapevoli che  molte difficoltà dipendano dagli stereotipi della mascolinità tossica, per sbarazzarsene, i quattro  decidono di intraprendere il percorso verso una nuova definizione di uomo: l’impresa “maschilisti in decostruzione”, però, si rivela lunga e accidentata…

Ha appena esordito  una miniserie  targata Hbo, The Regime (2024, 1 stagione, 6 puntate), reperibile su Sky e Now tv. Diretta da Stephen Frears e Jessica Hobbs, vede  Kate Winslet dar vita a Elena Vernham, cancelliera di un immaginario stato mitteleuropeo che guida con pugno di ferro. La rigidità, l’autoritarismo  della donna – ipocondriaca, maniaca dell’igiene e del controllo –  hanno tratti  marcatamente surreali e grotteschi.  Se l’ambientazione simboleggia  visivamente la sontuosità dei palazzi sede del potere di ogni epoca, per le scelte  stilistiche e i colori nell’abbigliamento, la Elena della Winslet riassume in sé molte delle  figure di leader femminili del populismo internazionale,  da Evita Peron, a Marine Le Pen, a Giorgia Meloni (per ammissione della stessa  costumista Consolata Boyle). E’ chiaro  l’intento satirico  nei confronti del potere autocratico – impersonato da un uomo o una donna, poco importa – da parte di una delle firme di punta del cinema britannico dell’era  Thatcher.

 

Anna SCOTTON

annas@vicini.to.it

 

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