“La gente è affamata d’amore perché siamo troppo indaffarati, aprite i vostri cuori oggi, nel giorno del Signore risorto, e amate come non avete mai fatto” (Madre Teresa di Calcutta)

 

Soma: Arte e Neuroscienze

A Torino nuove strategie per il ben-essere delle donne con vissuto oncologico.

Riceviamo da una nostra lettrice e volentieri pubblichiamo

L’Associazione NOMA World e la Fondazione Medicina a Misura di Donna hanno messo a punto un progetto pilota interdisciplinare in cui la creazione artistica si unisce a misurazioni dei segnali elettrici prodotti dal cervello. Lo studio ha mirato alla valutazione neurobiologica e al monitoraggio psicologico di un’attività artistica in soggetti femminili che hanno attraversato una patologia oncologica.  Sviluppata con il contributo di psicologi e neuroscienziati dell’AOU Città della Salute e della Scienza e del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e in collaborazione con CCW-Cultural Welfare Center, l’esperienza di malattia trasformata in atto creativo è stata presentata di recente alle Gallerie d’Italia. L’auspicio è che iniziative come questa abbiano a ripetersi per fornire dati sufficienti ad avviare uno studio scientifico che dimostri come l’atto creativo possa ridurre ansia e depressione.

In merito, una testimonianza toccante.

“Due erano le curiosità che mi avevano fatto avvicinare al progetto: come fosse possibile trarre delle immagini, per quanto astratte  fossero, da chi non aveva alcuna dimestichezza con colori e pennelli; quanto innocuo risultasse l’esperimento scientifico di controllo delle onde cerebrali attraverso elettrodi posizionati sul capo.

Sarò sempre grata alla dottoressa che mi aveva proposto di prendere parte al laboratorio, in cui erano impegnate dieci donne molto diverse tra loro per età, occupazione, background, accomunate solo dalle vicissitudini legate al carcinoma alla mammella: subito si è instaurato tra noi un calore, un atteggiamento amichevole, una corrente di positività che ha cementato la vicinanza nella partecipazione al laboratorio .

Non si è parlato di “malattia”, ma di resistenza ad essa, di quella voglia di combattere che ha fatto di noi delle guerriere. La riprova sta nell’aver preso parte ad un evento senza precedenti che contemplava sulla carta degli aspetti sconosciuti.

Accolte con delicatezza, nella stupenda cornice nel Palazzo Turinetti delle Gallerie d’Italia, sorriso ed empatia da tutto il team di professionisti, che ci hanno guidato, incoraggiato, prese per mano, abbiamo presto compreso che l’esperimento scientifico era mirato ad accertare come la creatività possa alterare le onde cerebrali, distogliendo la mente dall’ossessione dei pensieri negativi, dalla paura, dall’angoscia.

I colori, le tempere, le tecniche usate hanno permesso la creazione di composizioni astratte che sono poi state   riprodotte  su superficie lucida e infine proiettate sulle pareti della sala convegni del Museo  “Gallerie d’Italia”.

Nella fase finale, ogni fotogramma è stato analizzato collettivamente alla ricerca del più significativo. “Tsunami” è il titolo che ho dato al mio lavoro, cioè io, e io  soltanto, ho visto in quello scarabocchio una parvenza  di mare in burrasca; ci ho visto me bagnante in un giorno di fine agosto mentre tento  di uscire dall’acqua, ma mi sento avvinghiare come in un gorgo. Annaspo, prendo fiato, lotto e alla fine esco.

Il mio io profondo è emerso così, in quella visione che rappresenta l’inizio del mio cammino, il momento tragico della diagnosi, lo sconvolgimento del presente e la drammatica incertezza del futuro.

Quella identificazione spontanea e immediata è risultata liberatoria, in grado di restituire  serenità  alla vita di questo momento.

Grazie ad Alessandra, Tommaso, Stefano e a tutto lo staff; grazie alle signore “artiste” loro malgrado; grazie a chi ci ha proposto quest’avventura”.

 Carla Castaldo

 

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