
La presentazione di Le cure di casa di Stefania Bertola ,al Salone del libro di Torino, è stata spassosissima, grazie anche all’impareggiabile contributo di Bruno Gambarotta, tanto che ho comprato il libro con la voglia di leggerlo subito.
Le cure di casa è la storia di una quarantottenne che, dopo aver perso il lavoro, diventa improvvisamente casalinga. Fare la casalinga era in realtà il suo sogno segreto , inconfessabile sia al marito che alla figlia , che la osservano meravigliati, e alla madre che la guarda inorridita .
Lilli, la protagonista , si appassiona tanto al suo nuovo ruolo di casalinga da scrivere schede di “consigli domestici da lasciare alla figlia” , come, ad esempio, “le camicie si stirano partendo dal colletto …”, ma come dice Gambarotta “solo tu lo fai, il colletto è l’ultima cosa“, oppure “non bisogna lasciarsi scoraggiare dal frigorifero , anche se sembra la jungla di Mompracen”, o ancora ” il cassetto della cucina , dove si mette di tutto e non si trova mai niente ed è perennemente in disordine”, o ancora “come evitare che gli spaghetti aperti scappino da tutte la parti”, oppure ”perché gli strofinacci sono sempre sporchi anche appena usciti dalla lavatrice? ”
La storia però si tinge di giallo, perché la sua più cara amica Noemi, compagna delle elementari, con cui appunto da bambina giocava a fare la donna di casa, è scomparsa e sembra introvabile. Ma Lilli, diventata anche detective, con l’aiuto delle vecchie compagne di scuola, alla fine risolverà il mistero.
Per fortuna, come dice Gambarotta, “Einaudi non è più l’Editore di una volta che pubblicava solo Adorno e Levi, oggi pubblica anche libri che fanno ridere , è scandaloso…“ , ed in effetti è un piacere leggere questo libro pieno di garbo ed ironia che ci fa sorridere e ci racconta attraverso le cose semplici della vita meccanismi più complessi dell’animo umano e dei rapporti famigliari e di amicizia.
Maria Cristina Bozzo
cristinab@vicini.to.it
Lascia un commento