Aria di interazione tra luogo ed identità: è il genius loci che aleggia nella musica e nei testi della “Banda Bondioli”. La Banda si muove nel panorama musicale cittadino con un ben rodato bagaglio di temi e parole suggestivi.
Lo sfondo di molte delle canzoni del repertorio è una città che esce dallo schema attuale apericena/spritz per riportarci ad atmosfere un po’ d’antan, quelle in cui si muovevano a loro agio Fred Buscaglione e Gipo Farassino con il loro campionario di umanità dolente e beffarda.
L’ultimo album ha un titolo evocativo: “Per non lasciarle lì” (le emozioni? Le foto sfocate che rappresentano quello che eravamo? Le persone che siamo state e quelle che ci hanno accompagnato nei tempi passati?).
C’è comunque qualcosa di impellente da dire, da comunicare, nelle quattordici canzoni che compongono un album che ci diverte e insieme ci immalinconisce.
L’impellenza data dal tempo che passa “Come sabbia nelle mani”, la voglia urgente di comunicare il disagio per un mondo che si fatica a comprendere, la spassosissima “Lexotan 20mg” o di ribadire l’accoglienza che fu di una città che oggi fatica ad accettare l’altro, la deliziosa “Cerignola Square”.
Ci vogliono intelligenza e passione per riuscire a trasmettere l’affetto che si prova per l’umanità nel suo complesso di miserie.
Le figure descritte nei vecchi tabarin di Vanchiglia, nei cortili delle case di ringhiera di barriera di Milano, emergono sempre, alla fine delle storie, nel loro lato più umanamente terreno, senza colpa.
Le canzoni di Claudio Bondioli ci regalano un prezioso equilibrio tra la voglia di ridere e quella di piangere, che, se ci pensiamo, ci contraddistingue come esseri umani da sempre.
La musica che è sapiente, non sovrasta ma integra, ci accompagna nell’ascolto e non porta mai fuori dalla narrazione. Bravi tutti! Un disco da ascoltare con affettuosa partecipazione.
“Per non lasciarle lì”
Banda Bondioli
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Giulia Torri
giuliat@vicini.to.it
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