Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Riapertura delle scuole: intervista a una studentessa dell’Università di Torino

Riportiamo di seguito l’intervista a una studentessa dell’Università degli Studi di Torino.

Quale corso di Laurea stai frequentando?

Sono al terzo anno di Ortottica ed assistenza oftalmologica.

Come è iniziata la didattica a inizio anno?

Le lezioni sono iniziate a inizio ottobre e in presenza perché siamo un piccolo corso: normalmente ci sono 10 posti ma col passare degli anni siamo rimasti in 6. Siamo riusciti a trovare delle aule che ci permettano di stare distanziati e quindi seguire in presenza.

La didattica in presenza continua ancora?

Fino ad oggi (lunedì). Oggi è arrivata la notizia che da domani inizieremo online ma non ci sono state date motivazioni precise.

Da chi è arrivata da notizia?

Dal coordinatore del corso. Non abbiamo ben capito come mai, dato che ci hanno detto che l’Istituto Rosmini, dove facciamo lezione, è un istituto sicuro. Forse perché c’è gente che arriva da lontano ed è più il tempo che ci mette ad arrivare, che quello effettivo di lezione. Infatti c’è stato detto che le lezioni iniziano online non solo per noi, ma per tutti gli anni di corso e, tra gli studenti del primo e del secondo anno, ci sono ragazzi che arrivano anche da più lontano e devono prendere i mezzi pubblici che sono strapieni nelle ore di punta.

Questo l’hai riscontrato anche tu andando all’università?

Io ora ho smesso di andare a lezione in pullman; di solito prendo la macchina o, se posso, me la faccio a piedi. I primi giorni in cui non c’erano ancora lezioni ma si era iniziato tirocinio, avevo preso i mezzi di trasporto ma erano troppo pieni e ho deciso non prenderli più.

Ecco, per quanto riguarda i tirocini, come funziona?

Noi abbiamo iniziato tirocinio il 7 settembre ed era un tirocinio che aveva la funzione di andare a completare le ore di tirocinio del secondo anno. Abbiamo fatto tirocinio per un mese poi abbiamo iniziato un’altra settimana di tirocinio del terzo anno finché non è stato bloccato per l’emergenza covid. In realtà non ci è stato comunicato nulla dall’Ateneo o dal Rettore: è stata una decisione del corso di laurea in comune con tutte le altre professioni sanitarie. La regione ha inviato delle sorte di decreti agli ospedali del Piemonte dicendo che tutti i dipendenti ogni 40 giorni devono fare il tampone ed essendo noi tirocinanti in ospedale, questo tampone inevitabilmente dovremmo farlo. Il problema è che non ci è arrivata nessuna indicazione da parte del Rettore dell’Università ed è per questo che i nostri coordinatori di corso hanno deciso di bloccare i tirocini: non si sapeva se dovessimo fare questi tamponi e chi avrebbe dovuto pagarli, tenendo conto che tutti i tirocinanti di professioni sanitarie sono davvero tanti (solo quelli di infermieristica sono 400).

Quando avete finito di fare i tirocini quindi?

Intorno al 6/7 ottobre.

E com’era la situazione all’interno dell’ospedale dove facevi tirocinio?

Fino al 7 ottobre ho fatto tirocinio al Regina Margherita; prima di iniziare ci era stato detto che saremmo stati forniti di mascherine, guanti, gel e tutto l’indispensabile ma non ci è stato dato nulla. La situazione è abbastanza tranquilla perché lì l’ambulatorio di oculistica è piccolino quindi si stava bene; c’erano comunque tanti pazienti: una quindicina a mattinata (che è tanto).

Come viene gestito il distanziamento durante la visita?

Il corso di ortottica si occupa della riabilitazione visiva e il problema principale in questo periodo riguarda le persona che portano gli occhiali perché questi spesso si appannano non permettendo di vedere. Quindi quando facevamo le visite, dicevamo ai bambini di abbassarsi la mascherina perché ovviamente se devo farti una visita agli occhi per capire quanto vedi con gli occhiali, se ti si appannano, non riesci a fare la visita. Poi c’erano anche mamme e genitori che si abbassavano la mascherina durante la visita.

Quindi non vi hanno fornito delle mascherine più specifiche che, diciamo, proteggessero anche voi?

No, dovevamo portarcele da casa. Lo stesso valeva per la dottoressa e l’ortottista con cui lavoravamo; anche loro usavano la propria mascherina.

Il tirocinio del terzo anno, invece, dove hai iniziato a farlo?

Lo facevamo al San Lazzaro e ho fatto una settimana o due, ma neanche. Anche lì non ci davano dispositivi di protezione, c’era solo il gel. Diciamo che in quell’ospedale la situazione è di norma caotica perché c’è sempre tantissima gente, un sacco di visite.

Quindi non è organizzato bene per quanto riguarda la gestione degli spazi e del distanziamento.

Per il distanziamento no. Però c’è da dire che prima, quando arrivavano i pazienti, si facevano entrare tutti in ambulatorio e in sala d’attesa, ora invece aspettano fuori nel corridoio. Anche lì comunque il distanziamento non viene rispettato più di tanto: magari c’è il distanziamento tra una sedia e l’altra ma la gente è troppa e non riesce a stare distanziata. In sala d’attesa dentro l’ambulatorio, invece, ci sono i posti liberi e poche persone che magari devono aspettare per fare una seconda visita o hanno appena messo le gocce e quindi rimangono dentro.

Sapete quando potranno ricominciare i tirocini?

No. Si cerca di cominciare con i tirocini online, cosa che abbiamo già fatto con l’emergenza covid a fine anno scolastico scorso.

E come ti è sembrata l’attività del tirocinio online?

E’ inutile. Il tirocinio fondamentalmente serve perché devi fare pratica; nel momento in cui mi chiedi di mettere per iscritto cosa farei ad un paziente strabico ad esempio, la cosa è completamente diversa: posso dirti che cosa farei ma tutto cambia da persona a persona. Se ho un bambino tranquillo è ovvio che riesco a fargli la visita, se ho un bambino che non sa stare fermo mi devo inventare qualcosa. Nel nostro tirocinio inoltre dobbiamo anche imparare ad usare degli strumenti che non sono così facili da usare e costano anche molto e non trovi ovunque; con il tirocinio online come impariamo a usarli?

Ma i tirocini online che vi hanno fatto l’anno scorso erano sostitutivi dei tirocini normali o, diciamo, integrativi?

Sì, erano sostitutivi ma con quelli online non abbiamo raggiunto tutte le ore che ci servivano e quindi le abbiamo integrate a inizio anno con il tirocinio in presenza, quando normalmente a settembre si inizia già con il tirocinio del terzo anno.

Vi hanno detto qualcosa sulle modalità di esame?

No, ma se continuiamo con la didattica online penso proprio che saranno online anch’essi.

Come è organizzata invece la didattica in presenza?

La nostra sede è il Rosmini. Si entra dal cortile e appena entri c’è il gel e il QRcode da scannerizzare sia in entrata che in uscita. Quando lo scannerizzi si apre una pagina Google dove devi inserire e-mail, nome e cognome, numero di telefono e se stai entrando o uscendo perché se dovesse mai risultare un caso positivo, in questo modo riescono a capire chi è stato all’Università in quel momento. Poco più avanti c’è uno strumento che ti prende la temperatura (non c’è una persona addetta a questo) e dopo di che vai nella tua aula dove c’è di nuovo l’igienizzante. A fine lezione ognuno dovrebbe pulire il proprio banco con l’igienizzante mentre a lezione si sta con la mascherina e ci sono le finestre per far circolare l’aria. Anche il professore deve tenere la mascherina tutta l’ora, pure mentre spiega, perché l’aula è veramente piccola e se devi starci due ore o tieni le finestre aperte e fai circolare l’aria o ti tieni la mascherina.

Invece come stanno funzionando i servizi universitari come la segreteria?

Non ho avuto bisogno di usufruire del servizio. So però che inizialmente, per il tirocinio, era l’ospedale a doverci dare la mascherina ma poi ci hanno comunicato che ce l’avrebbe data l’università. Queste mascherine sono arrivate ma non ci sono state date. Innanzi tutto sono arrivate un mese dopo l’inizio del tirocinio e poi quando abbiamo iniziato il tirocinio del terzo anno, dovevamo passare a ritirarle ma nessuno ci ha detto nulla e quindi sono rimaste in segreteria.

Anche le altre professioni sanitarie inizieranno le lezioni online?

Penso di sì; non so però se sia stata una scelta di comune accordo tra tutti i coordinatori de i corsi come per il tirocinio.

Pensi che in termini di contenimento del contagio sia utile tenere chiuse le università?

In generale sì perché ci sono dei corsi tanto grossi, basti pensare a medicina, o al Politecnico dove ci sono tanti studenti che arrivano da tanti luoghi diversi e inevitabilmente devono prendere mezzi di trasporto; riducendo la didattica forse un minimo si riesce a contenete i contagi. Per la mia classe invece penso non sia così fondamentale la didattica online perché comunque son poche le persone che arrivano da fuori e siamo pochi quindi la distanza si può mantenere.

Hanno mai proposto di fare lezione in presenza e dare nello stesso tempo l’opzione ai fuori sede di seguirla online?

No. Appunto la notizia che ci è arrivata sulla didattica online diventa problematica per una nostra compagna che è fuori sede e qui affitta la casa. Questa ragazza anche quest’anno ha già firmato il contratto perché le nostre lezioni sono partite in presenza senza dare la possibilità di seguirle anche online; il problema è che ora dovrebbe pagarsi la casa per stare lì dentro a seguirsi le lezioni online, non ha senso.

In generale cosa hai notato che sta funzionando nell’organizzazione dell’università e cosa no?

Il nostro corso diciamo che funziona: la distanza tra di noi c’era, riuscivamo a stare con la mascherina e tutto il resto quindi dal punto di vista della sicurezza, era tutto a posto.
Sicuramente non ha funzionato molto la parte del tirocinio, il fatto che dovevamo usare le nostre mascherine, che non avessimo i guanti e la visiera che dovevamo avere.
Il nostro problema principale ora è il tirocinio che si è fermato. Ti dico va bene se mi fai la didattica online, tanto è una parte teorica, posso studiarla a casa tranquillamente e va bene comunque ma il tirocinio è una parte fondamentale per noi e non la possiamo fare. Il tirocinio ha un forte peso nel nostro curriculum, rappresenta almeno la metà di tutto ciò che facciamo: abbiamo materie da un credito o due mentre il tirocinio vale 23 crediti al secondo anno e 25 al terzo. Se questa situazione dovesse protrarsi per tanto tempo avremmo fatto in tutti i tre anni metà corso di laurea decentemente e metà no quindi entreremo nel mondo del lavoro non sapendo fare praticamente nulla: il primo anno inizi tirocinio a gennaio e fai poco o niente, sono 13 crediti in tutto, ma è l’unico anno in cui l’abbiamo fatto tutto in presenza.
Infatti oggi abbiamo un parlato tra di noi e una mia compagna di corso, che ha parlato con una ragazza di logopedia, mi ha detto che loro avevano intenzione di chiedere ai professori se fosse possibile fare solo la parte teorica quest’anno e l’anno prossimo, se le cose migliorano, fare tutto il tirocinio. In sostanza volevano chiedere se si potesse “allungare” il corso di laurea.

In ogni caso ci rimettereste voi.

Indubbiamente ma ci siamo resi conto che altrimenti usciremmo da qua senza saper fare nulla.
Alcuni pensavano anche di sospendere la carriera e riprenderla l’anno prossimo perché, per noi professioni sanitarie, non serve a nulla fare solo la teoria: abbiamo bisogno del tirocinio; se non metto in pratica quello che studio cosa ottengo alla fine? Niente.

 

Chiara Lionello

chiaral@vicini.to.it

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


*