«È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire».
Così scriveva Primo Levi, riferendosi alla Shoah, ne I sommersi e i salvati. Il male del passato non deve essere dimenticato e si deve fare in modo che non si ripeta mai più. I 15 milioni di vittime dell’Olocausto (cifra emersa dallo studio dell’Holocaust Memorial Museum di Washington) vanno ricordati per poter dare un senso alla morte di ebrei, disabili, omosessuali, zingari, oppositori politici.
Il 27 gennaio 1945 i carri armati sovietici hanno spalancato i cancelli di Auschwitz, rivelando al mondo intero l’orrore. Per questo motivo l’Onu ha istituito nel 2005 la Giornata della Memoria il 27 gennaio: ricordare per sempre e istruire le generazioni future.
Come tutti gli anni in Circoscrizione 2, Cascina Roccafranca, celebra questo giorno con diverse attività: è in corso la mostra fotografica di Renzo Carboni, “Parlano i testimoni”, che presenta 19 immagini di campi di concentramento diversi, accompagnate da didascalie, costituite da una citazione o da qualche riga di un libro.
Nato nel 1954 a Villamassargia (Cagliari), Carboni ci racconta che ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia a metà degli anni ’70. Ha fatto esperienza nei circoli fotografici, dove imparava ispirandosi direttamente ai suoi compagni, approfondendo in seguito la tecnica di affermati “artisti dell’istantanea” come Manuel Alvarez Bravo o Werner Bischof.
Renzo Carboni chiarisce che sviluppa e stampa personalmente i suoi scatti, “in bianco e nero, riuscendo ad applicare i diversi effetti di luce e le correzioni in camera oscura. Ogni immagine è studiata: il taglio, l’obiettivo utilizzato, l’impostazione offrono una precisa visione del mondo.” Secondo lui l’arte fotografica è proprio questo: cattura ciò che l’occhio percepisce, ma essendo ogni occhio diverso, ciascuno coglie un’immagine differente.
La mostra offre un percorso storico attraverso i diversi lager, le date, gli avvenimenti, ma anche le persone. Chi vede una delle sue fotografie deve approfondirla con un dialogo interiore, come se la interrogasse. Infatti, secondo il nostro intervistato, “la fotografia arriva dove la parola finisce o non c’è”. Ed è qui che cogliamo il significato del titolo dell’esposizione “Parlano i testimoni”: le loro grida “urlano”; attraverso i grigi e i neri lo spettatore osserva e ascolta, comprendendo e assimilando il loro dolore.
Ancora in Cascina Roccafranca, Domenica 26 gennaio ore 21 – galleria, per la rassegna Giornata della Memoria, verrà proiettato il film “L’uomo del banco dei pegni”di Sydney Lumet: la prima pellicola statunitense a trattare il tema dell’Olocausto dal punto di vista di un ebreo sopravvissuto allo sterminio. A cura del gruppo Roccafranca Film
Infine, in Circoscrizione 8, presso il Circolo Arci 2D Lingotto, il 28 gennaio alle ore 20:45 si potrà assistere alla proiezione del film “Notte e Nebbia” di Alain Resnais: il documentario ricostruisce l’operazione di annientamento – attraverso l’internamento in campi di concentramento e la successiva eliminazione fisica nelle camere a gas – degli oppositori del regime nazista. La presentazione sarà curata dallo storico della deportazione Lucio Monaco, con brevi cenni sul rapporto tra sport e nazismo.
Giulia Valentino
giuliav@vicini.to.it
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