Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Vincenzo Agnetti alla Gam

22 febbraio – 12 giugno 2022, a cura di Elena Volpato

Vincenzo Agnetti (1926-1981) stato un artista, scrittore, e poeta italiano, esponente dell’arte concettuale italiana.

Alla fine degli anni Cinquanta esordisce nell’ambito della pittura informale e della poesia. Nel 1962 si trasferisce in Argentina per lavorare nel campo dell’automazione elettronica. Nel 1967 tiene la prima personale (Principia) al Palazzo dei Diamanti a Ferrara. All’attività artistica affianca l’attività di saggista, scrittore e teorico.

La VideotecaGAM di Torino inaugura una personale dedicata all’artista milanese, in collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale di Venezia, volta a testimoniare la stagione iniziale della produzione video  tra anni gli Sessanta e Settanta.

Aspetto centrale del lavoro di Agnetti è la sostituzione tra parola e numero come elemento di analisi critica e sintesi. Una delle più note frasi di Agnetti è: Una parola vale l’altra ma tutte tendono all’ambiguità.  La parola è ambigua e ogni esercizio di traduzione ne è la riprova. E i numeri, che comunemente ci appaiono  come componenti di un linguaggio esatto, se letti con mutata intonazione della voce in realtà possono avere un differente portato emotivo.

Il tema della permutabilità di parole e numeri giunge a compiuta espressione nel 1973, anno di realizzazione del video presentato in mostra, Documentario N.2, girato da Vincenzo Agnetti presso il suo studio a Milano: nel filmato  si passa dalla voce dell’artista che pronuncia un discorso fatto unicamente di numeri con diverse intonazioni espressive, a una successione di immagini.  Il video offre ad Agnetti la possibilità di sovrapporre più linguaggi e più elementi: testo parlato e scritto, lingua italiana e inglese, numeri arabi e forme geometriche,  riprese in movimento e immagini  a camera fissa…

Il 1973 è anche l’anno di realizzazione di Frammento di Tavola di Dario tradotto in tutte le lingue, un’opera che rimanda alla Stele di Rosetta che l’artista ci consegna come riflessione sui concetti di  traduzione e ricerca della chiave del significato.

 

 

Esposizione realizzata con il contributo della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT a cui si deve l’acquisizione dei libri d’artista esposti in mostra, parte del Fondo Giorgio Maffei presso la GAM, l’Archivio Storico della Biennale di Venezia, l’Archivio Vincenzo Agnetti, Emilio e Luisa Marinoni.

Anna Scotton

annas@vicini.to.it

 

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