
Come a chiudere cinque giorni densi di incontri ed eventi organizzati al Salone del libro 2018, l’Associazione Piemonte Movie ha organizzato la presentazione della collana editoriale MOVIE TELLERS, una serie di narrazioni che puntano ad avere “appeal attraverso freschezza e attualità della lettura, quindi con un taglio giornalistico” e contribuiscano al rilancio di quello spirito che ha reso nel passato Torino una delle capitali del cinema, come ha dichiarato Alessandro Gaido, direttore editoriale della collana. Prima opera in catalogo Un uomo, una città. Il commissario di Torino edito da Alzani Editore e curato da Alessandro Rota, presente insieme a Gaido e a Massimo Novelli (giornalista e figlio di uno degli autori).
Nel 1973 veniva pubblicato il romanzo Il commissario di Torino, scritto dai giornalisti torinesi Riccardo Marcato e Piero Novelli: protagonisti di questo giallo ambientato nella Torino anni ’70 il commissario meridionale Michele Parrino, ispirato a Giuseppe Montesano, il capo della squadra mobile torinese, personaggio leggendario e allora più famoso del sindaco, cui nel libro fa da spalla Paolo Ferrero, un giornalista della Gazzetta del Popolo.
Quell’intreccio di storie di malavita quotidiana, di casi giudiziari che coinvolgono personaggi di periferia e borghesi, sullo sfondo delle lotte sociali del 72-73, vede nuova luce grazie alla riedizione di Alzani. Si tratta, in realtà, di un volume suddiviso in due parti: nella prima viene rievocata la lavorazione del film attraverso materiali fotografici inediti e testimonianze del regista, degli attori e dei membri della troupe; nella seconda vi è la ristampa del romanzo “Il commissario di Torino“, integrata dai contributi di Diego Novelli, ex sindaco, che traccia i contorni della “Torino di piombo”, di Franco Prono, che racconta la città del cinema “a mano armata”, di Gianpaolo Boetti e di Massimo Novelli.
Nel 1974 usciva in sala il film: Un uomo, una città di Romolo Guerrieri, ispirato al romanzo e fortemente voluto dall’ acquese Luigi Rovere, proprietario di una casa di produzione che aveva sede in corso Valdocco, le cui iniziative contribuirono alla fama di “Hollywood sul Po” che in quegli anni inorgogliva la nostra città. Pertanto, nella primavera del 1974, Torino era diventata un set a cielo aperto in cui facevano bella mostra di sé la fabbrica simbolo cittadina, la ex Fiat Grandi Motori, oltre a location d’effetto quali le signorili piazze cittadine, la Galleria Subalpina, il Teatro Regio, il Parco del Valentino e i Murazzi, percorse dai protagonisti del film, nomi di spicco del cinema di allora, quali Enrico Maria Salerno, Françoise Fabian e Luciano Salce. Nonché un’inedita versione napoletana del “torinese doc” Gipo Farassino.
Il doppio appuntamento di ieri prevedeva anche in serata la riproposizione al Cinema Massimo del film, introdotto dallo stesso regista, autore di culto per il curatore Alessandro Gaido. La determinazione del cinefilo giovane ed appassionato ha saputo riportare a Torino, per questo revival, il vecchio Guerrieri, il quale ha ripercorso commosso i giorni della lavorazione del film, mentre scorrevano dietro di lui sullo schermo le immagini vintage e struggenti della nostra città.
Anna Scotton
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