Per me si potrebbe già passare alla fase 3.
La 2, a distanza di una settimana, mi ha già stufata. Niente di granchè nuovo: sì, un po’ meno pulite le fughe delle piastrelle, qualche etto perso più per la latitanza dei lieviti e delle farine dai banchi del supermercato che per una reale ferrea lontananza da frigo e fornelli. Un paio di congiunti intravisti per tre minuti nel timore del subdolo contagio appostato tra una piega della mascherina e un plissè del guanto.
Prenotare il caffè e il cornetto non se ne è parlato, che oltre ad essere complicato mi fa sentire leggermente idiota; correre nei parchi cittadini col rischio di beccarsi un pernicioso raffreddore da sudata, ma quando mai?
La quarantena peggiorata da un martellante ritornello proposto dalle pubblicità televisive. RICOMINCIAMO. Ci invitano a ricominciare, più buoni e affratellati che mai, i divani, le sottilette, le mutande contenitive e tante flautate voci di bimbi, distratti dalla scuola virtuale per un provvidenziale contratto pubblicitario. Perchè i bimbi delle promozioni sono così buoni e ridanciani in questo periodo cupo?
Che hanno da ridere, povere anime?
Giulia Torri
giuliat@vicini.to.it
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