Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Felice l’attore che dipinge

Felice l’attore che dipinge, il documentario realizzato da Enrico Venditti e Antonio De Lucia, è l’omaggio di Piemonte Movie, nella celebrazione dei propri 20 anni di attività, a Felice Andreasi, attore torinese o, sarebbe meglio dire, pittore prestato al mondo dello spettacolo.

“La casa di Cortazzone, in provincia di Asti, nella quale Andreasi viveva, era vicina a quella della mia famiglia, e io la frequentavo” ci racconta De Lucia, astigiano ma trapiantato a Torino, appassionato documentarista formatosi alla scuola di cinema di Ermanno Olmi, prima, e di Daniele Segre, poi. “Interessato più al documentario di carattere sociale che al cinema, trovai naturale illustrare la sua attività di pittore, che era meno conosciuta di quella di attore e mi avvalsi della tecnologia e delle competenze professionali di Enrico Venditti”.

Quest’ultimo, classe 64, sabaudo da generazioni, eredita dal padre magistrato, costituzionalista ed esperto di servizio civile europeo nonché cineamatore dilettante, entrambe le passioni: dopo gli studi in medicina, e l’impegno sociale (ex scout, animatore di parrocchia, servizio civile), Venditti scopre che il suo destino sarebbe stato “lavorare non in punta di penna, ma in punta di microfono e di ottica”.
Il risultato di quella loro collaborazione, datata 1998, è un video intenso, ottimamente girato, dalla colonna sonora originale e azzeccata.

Antonio De Lucia

Cosa ricordate della realizzazione del film?

D: Per quanto appreso frequentando le scuole di Olmi e di Segre, cercai di costruire il rapporto con il personaggio, recandomi diverse volte nella sua casa-studio e facendomi raccontare molte vicende della sua vita. I miei appunti hanno costituito la scaletta di quella che sarebbe stata la sceneggiatura del documentario. Le musiche sono state create apposta da Alberto Fusco e dal suo collaboratore Giovanni Lomartire. L’apporto di Venditti è stato fondamentale nella fase delle riprese, anche di me che ero in scena come interlocutore di Andreasi.

V: A un certo punto con la troupe invadiamo il casolare; io decido di ambientare un’emozione in ogni stanza e per ogni emozione seguo una diversa tecnica registica utilizzando la macchina da presa in modo diverso: da sequenze di campi-controcampi con treppiedi, a sequenze con macchina a mano, fino all’ l’ultima con steadycam. C’è una scelta precisa di sintassi cinematografica di cui mi sono assunto la responsabilità come co-regista. La colonna sonora è costruita sul ritmo delle parole di Andreasi: la musica è matematica, e qui seguono la metrica sia la musica che la recitazione.

Cosa di quel personaggio poliedrico vi colpì maggiormente: l’uomo, il pittore, l’attore?

D: Conoscevo la sua attività di cabarettista televisivo e attore, però quando andavo a trovarlo a Cardizzone lo vedevo sempre intento a dipingere; aveva anche rinunciato a dei ruoli cinematografici, magari a Roma, che avrebbero portato via troppo tempo alla pittura.

V: Abbiamo avuto la sensazione che lui ci raccontasse un pezzo di suo testamento dall’angolazione di pittore, provocato dalle domande di De Lucia, e che non aveva pensato di rendere pubblica. Mise in scena la rappresentazione della sua arte e capimmo subito che avrebbe “bucato”, per la padronanza con cui si muoveva davanti all’obbiettivo.

Che immagine vi siete fatti di Andreasi attore?

D: Si definiva “un clandestino nel mondo del cinema”: in effetti è stato un grande attore, per certi versi sottoutilizzato, anche se non da registi quali Pupi Avati, Guido Chiesa, Silvio Soldini, che hanno saputo tirar fuori il meglio di lui. Sarebbe stato un ottimo interprete drammatico, se gli avessero offerto più occasioni.

V: Era un attore naturale, animale da cinema, paziente; anche se in genere risultava “buona la prima”, ha accettato di buon grado da noi anche qualche ciak ripetuto.

Andreasi è stato ancora protagonista di alcuni lavori di De Lucia: “Ho girato un documentario su Bruno Lauzi, con la partecipazione di Felice Andreasi, e curato con Alessandro Gaido e Franco Prono “Felice Andreasi. Un pittore in scena tra teatro, cinema e TV.”, la biografia dell’attore. Attualmente sto lavorando a un documentario su Mario Masini, direttore della fotografia italiano, noto per le collaborazioni con Carmelo Bene e i fratelli Taviani.”

Venditti dal 1997 dirige la scuola per la Formazione alla Produzione e Post- produzione Multimediale

“L’Inventavideo”, che accoglie allievi provenienti dall’Università o dal mondo del lavoro e anima con i suoi stagisti la realtà cinematografica torinese: “Dal 2008 coordino anche il concorso www.50oretorino.com, un festival di cortometraggi della durata massima di 59”, da realizzare interamente in 50 ore, cioè in un weekend. Si sta svolgendo in questi giorni e per l’emergenza che stiamo vivendo sarà in versione digitale, con i prodotti finiti da caricare su Instagram. Ho creato nel 2009 www.100oretorino.com, il raddoppio del  precedente, gara di corti della durata massima di 10’ da realizzare nell’arco di 4 giorni (in genere nel Ponte dei Morti o, come quest’anno, dell’Immacolata). Ad ogni competizione si muovono circa 350-400 giovani torinesi. Ci auguriamo di svolgere in esterni l’edizione del prossimo inverno”.

Anna Scotton
annas@vicini.to.it

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