La quarta di copertina in cui il lettore cerca una prima chiave di lettura, un appiglio a cui aggrapparsi per non rischiare di leggere e rileggere prima di capire, dice semplicemente “Per spiegarlo bene dovrei scriverlo in musica”. Anzi, Musica. Quindi punto e daccapo.
Laura Morante è un’affermata attrice di cinema, un film all’anno dai primi anni ’80 e prima ancora teatro e danza. Il titolo del film “Assolo”, che ha scritto e diretto su un soggetto di Paolo Genovese, è già un richiamo musicale (le musiche sono di Nicola Piovani come quelle disegnati ne “Brividi immorali”).
Il sottotitolo “Racconti e interludi” dovrebbe aiutare un po’ di più ma non è sufficiente a spiegarne la varietà e complessità. Racconti, sì. Donne inquiete, famiglie in crisi, violenza. Bambini che si barcamenano in questo disordine. Bugie e verità nascoste che bugie non sono ma lo diventano. Colpi di scena.
Atmosfere retrò: lampadine colorate appese agli alberi del giardino per una festa di campagna. Abbracci al buio.
Divagazioni il cui significato si capisce solo alla fine. “Libere associazioni, senza preoccuparsi dell’ordine logico o cronologico”. Domande che il narratore pone a se stesso ammiccando al lettore.
Improvvise fughe in avanti del racconto e retromarce (“rewind” scrive l’autrice) come se l’impazienza avesse fatto trascurare qualcosa di particolarmente significativo.
Forse è in questa cadenza che si trova la Musica. Oppure nelle “ombre proiettate sul marciapiede”, … la notte, il rumore dei passi, il freddo, la luce intermittente, pensieri, chiazze d’olio sull’asfalto, motorini. “Ma tutto insieme, mica una cosa per volta.
Come in una sinfonia”.
In cui il Narratore è il solista immerso nell’onda delle cose che racconta.
Biblioteca Villa Amoretti, 8 novembre prossimo, ore 18
gianpaolon@vicini.to.it
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