Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Dalle bombe alle pellicole

“Il cinema è una bomba” ci dice Giuliano Montaldo nel filmato proiettato alla Biblioteca civica Villa Amoretti per la bella rassegna “la Magia della luce”.

E in effetti a guardarla bene, la storia della Ferrania, che trova le sue radici nella S.I.P.E. (Società Italiana Prodotti Esplodenti) metaforicamente ci riporta ad un’esplosione dell’immagine che ancora non è terminata.

Industria bellica durante la prima guerra mondiale, si trova a riconvertirsi nel dopoguerra nel campo dei prodotti sensibili, cioè pellicole, che iniziano ad essere richieste sul mercato;

Dopo una stasi dovuta alla seconda guerra, la Ferrania ha un rilancio grazie alla commercializzazione del Ferraniacolor, l’unico materiale sensibile a colori ad essere fabbricato in Europa; ed è il primo film italiano a colori, Totò a colori appunto, datato 1952, che ha inaugurato sugli schermi questa tecnologia.

Ma è negli anni Sessanta che Ferrania si aggiudica il suo primato, diventando, insieme a Kodak, Fuji, Agfa, uno degli unici quattro stabilimenti al mondo in cui si producono pellicole a colori, per cinema e fotografia.

Durante la diretta streaming da Roma il regista ha toccato alcune delle tappe della sua lunga carriera cinematografica: regista, attore,( …ma non ero bravo, volevo fare il regista!) presidente, per cinque anni, di Rai Cinema.

Il suo amore per la celluloide traspare costantemente, anche quando rammenta con ironia i periodi in cui i produttori ponevano, come prima domanda: “Ma di quanta pellicola hai bisogno?”.

Infine un escursus tra i titoli dei suoi film più famosi, sempre all’insegna, gli piace ricordare, della tolleranza, ci ha riportato ad alcune delle più significative opere cinematografiche italiane: chi non ricorda con emozione il bellissimo e severo Sacco e Vanzetti, reso sublime dalle musiche di Ennio Morricone?

A seguire Alessandro Bechis, responsabile della Gestione e Sviluppo del Ferrania Film Museum ha messo in rilievo che una grossa fetta del cinema italiano in bianco e nero che va dagli anni 30 agli anni 60 è stato girato su pellicole nazionali. Ed è proprio  la pellicola P30 in bianco e nero della Ferrania che ci riporta alla genialità pasoliniana: Accattone, Mamma Roma, La ricotta, Il Vangelo Secondo Matteo sono titoli fondamentali per il cinema nostrano neorealista e sono stati tutti girati con quel particolare bianco e nero così duro e inflessibile.

Bechis ha concluso sottolineando l’importanza di mantenere vivo il ricordo, insieme alla rilevanza culturale della Ferrania, di quanti, artigiani, operai, maestranze in quell’industria hanno lavorato.

E a quanti amano il cinema e la sua storia, raccomandato un viaggio a Cairo Montenotte per visitare il Ferrania Film Museum!

Giulia Torri

giuliat@vicini.to.it

 

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