Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Esce La Ragione, il nuovo quotidiano del cambiamento e della ripartenza

Sorprende come, nell’era del “tutto in Rete”, nasca un quotidiano che non solo esce anche in forma cartacea, ma all’edizione su carta dedica una particolare attenzione, utilizzando per il supporto un prodotto ecosostenibile. “La Ragione” è in edicola dal 1° giugno a 0,5 euro e online sul sito web www.laragione.eu e app, completamente gratuito.

Viene presentato come un “quotidiano d’opinione di ispirazione liberaldemocratica ed europeista. Il giornale, indipendente e non legato ad alcun partito né associazione, nasce per raccontare l’Italia della ripartenza. Un progetto editoriale rivolto a donne e uomini di ogni età che desiderano comprendere la realtà, ragionando e provando a capire quello che succede in Italia, in Europa e nel mondo, senza preconcetti”. Direttore editoriale è Davide Giacalone, scrittore e giornalista, a febbraio dello scorso anno ospite di Leggermente in Cascina Roccafranca; Direttore Responsabile Fulvio Giuliani. Entrambi i giornalisti, altro elemento di novità, provengono dalla radio, RTL102,5; il primo come commentatore per la rassegna stampa, il secondo come caporedattore.

Il nostro giornale Vicini, in quanto di interesse cittadino, non avrebbe titolo per citare l’evento, che ha certo grande rilevanza, ma su scala nazionale ed europea.

Però.

Però non fin dal primo numero non ce la fa a non parlare di calcio; di Superlega, di Real Madrid, Barcellona, Inter e, vedete un po’, Juventus. L’articolo di Diego de la Vega(!), dal titolo “Coccodrilli nel pallone” ritorna su un tema ormai noto. “Le 48 ore di vita della Superlega…non sono state una fuga in avanti di un club di ricconi insensibili. Piuttosto la brutale risposta alla disperazione finanziaria”.  Molti ne sono convinti ormai. Ma allora, gentile De la Vega, facciamo un passo indietro e riprendiamo la vicenda dall’inizio. E’ un tema su cui siamo già intervenuti e che ci stimola al contraddittorio. Più che di calcio parliamo di finanza societaria.

Nel 2009 l’UEFA, Presidente Platini, varava un programma di risanamento finanziario delle Società calcistiche lanciato con lo slogan “Fair Play finanziario”. La situazione delle finanze di un po’ tutte era all’epoca disastrosa, al punto che studi a livello universitario si occupavano del fenomeno. Il nucleo di questo regolamento imponeva una sorta di pareggio di bilancio, sia pure con deroghe, e con penali per chi non l’avesse raggiunto. Nel maggio 2010 viene nominato Presidente della Juventus Andrea Agnelli; dal punto di vista calcistico inizia un ciclo positivo, da quello finanziario viene raggiunto nel 2015 il pareggio di bilancio inseguito da anni, tanto che la Juventus viene insignita di un premio apposito dalla FIGC, quella che oggi vorrebbe cacciarla dal campionato italiano.

Nel frattempo le altre Società, del pareggio di bilancio se ne sono infischiate; d’altra parte nell’ambiente circolano personaggi per i quali i bilanci sono un optional: pensiamo a quell’Abramovic, patron del Chelsea FC, gloriosa squadra di Londra (per chi non lo sapesse), la cui ex moglie aveva chiesto (mai ottenuto) 9 miliardi di dollari per concedere il divorzio. Non sono solo i bilanci ad essere poco trasparenti, come testimoniano le inchieste giornalistiche che periodicamente compaiono nelle cronache.

Contrariamente a molte Società e a quanto afferma (correttamente, ma generalizzando) l’autore dell’articolo, il bilancio della Juventus FC S.p.A diventa negativo nel primo semestre 2019-2020. Mentre l’esercizio 2018-2019, sempre per il primo semestre, si era chiuso con un utile di 7,5 milioni; briciole, ma un utile è un utile. Il potere acquisito dai procuratori dei calciatori, che spostano i loro rappresentati come pedine sulla scacchiera, facendone crescere le quotazioni e gli stipendi ben al di là delle regole di mercato, hanno prodotto i danni che sono noti a tutto il mondo del calcio.

Nel marzo 2020 Agnelli, nel ruolo di Presidente dell’ECA, il braccio operativo dell’UEFA, invia una lettera a 200 responsabili delle associazioni dei club europei in cui denuncia  la “minaccia esistenziale” a cui sono esposti, e la necessità di “definire sistemi per aiutare a gestire i bilanci dei club in questa fase di crisi sociale ed economica” e parla di discussioni in atto circa un nuovo possibile modello di calendario, e di adattamenti al Regolamento sullo status e i trasferimenti dei calciatori.

Nella storia infinita della Superlega arrivano ora le dichiarazioni di Andrea Agnelli: “Io per molti anni ho cercato di cambiare le competizioni europee dall’interno, ho fatto la così detta gavetta. Ci abbiamo provato, i segnali di crisi erano piuttosto evidenti ancor prima della pandemia. La Uefa ha l’esclusiva sull’organizzazione; è ormai inefficiente. La Superlega era un grido di allarme, non un colpo di stato. Non è con i comportamenti dell’Uefa che si riforma il calcio. Altri sport hanno subito grandissime modifiche, mi viene in mente l’Eurolega nel Basket…

Quest’ultima affermazione porta a guardare ad altre formule di tornei sportivi. Perché nel campionato italiano la Juventus, o il Milan o l’Inter possono incontrare due volte l’anno il Crotone o il Benevento, e non possono fare lo stesso con i grandi team europei come Real o Barcellona?

Con l’attuale regolamento UEFA non succede. Formule simili a quella abbozzata nel regolamento della affossata Superlega si ritrovano nel Rugby e nella National Football League americana. E, chicca per gli amatori, nel tennis della NITTO ATP che si disputerà proprio qui a Torino.

Ecco che, a iniziare un nuovo episodio della “story” arrivano anche le dichiarazioni del Presidente UEFA Ceferin, che, guarda caso, è anche il padrino della figlia di Agnelli, che commenta come un familiare tradito “Ai miei occhi non esiste più”.

Giustificare un’iniziativa come quella della Superlega, almeno come annunciata e percepita è difficile. Però, Presidente Ceferin, da Presidente qualche contromisura dovrà pur disturbarsi a prendere in considerazione.

E sui contendenti volteggia De Laurentiis, Presidente del Napoli, che vede profilarsi un posto nella Champions nel caso la Juventus venisse squalificata.

Gentile de la Vega, per questo film non basta don Diego, ci vuole proprio Zorro.

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

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