L’uomo che leggeva il giornale, tratto da una storia vera, racconta delle peripezie di Felipe, prima come combattente repubblicano poi come esule in Argentina, dove troverà una nuova vita. Ma il libro è anche la storia della Spagna durante il primo periodo del governo franchista, crudele verso gli oppositori, chiuso al resto del mondo.
Il romanzo, che si può definire “storico”, è un intreccio tra le vicende personali di Felipe e della sua famiglia, e la Storia, dolorosa, di un’epoca. Ma gli uomini e le donne, sovrastati ma non senza speranza, non si danno mai per vinti.
Nella Spagna della Guerra Civile, a Màlaga, il “caso” salva un uomo dalla fucilazione. Un altro verrà ucciso al suo posto. Un uomo legge il giornale seduto al bar del paese , l’altro è stato catturato dai nazionalisti insieme ai compagni e sta per essere ucciso . Felipe viene salvato da don Facondo , facoltoso proprietario terriero , che intercede per lui , l’altro si ritrova sulla camionetta senza sapere il perché e verrà fucilato con gli altri contro un muro.
Felipe , seppure a malincuore , sapendo di lasciare sole Adela e Magdalena, la madre e la sorella a cui è molto legato, dovrà fuggire e trovare un posto dove nessuno lo possa cercare . Dapprima in Francia , ma anche qui , al confine con la Spagna , la situazione è pericolosa : ci sono incursioni al confine .
Insieme ad altri come lui, fuggirà in Argentina . “ Attraversarono l’equatore in una notte di giugno- La nave , un vecchio streamer che con ripetuti ricoveri in darsene di mezzo mondo era sopravvissuto al diciannovesimo secolo ,rullava sulle acque scure dell’Atlantico con un borbottio cupo e regolare da animale preistorico.”
Qui Felipe incontra subito Coral , poco più che ventenne , che lo accoglie con la sua leggerezza ed il suo sorriso e lo aiuterà a muovere i primi passi in terra straniera. Sarà dapprima la sua compagna e poi sua moglie, in questa avventura che avrebbe dovuto essere temporanea per Felipe ed invece durerà a lungo.
Qui costruirà il suo lavoro, le amicizie con cui si impegnerà nella lotta politica , una famiglia , senza mai dimenticare la Spagna e la sua famiglia di origine, che dovrà a sua volta attraversare momenti difficili di persecuzioni e vessazioni e che solo dopo molte vicissitudini ritroverà la serenità.
Alla fine si disvelerà anche il mistero sul padre , che Felipe e Magdalena non hanno mai conosciuto e di cui la madre non ha mai voluto parlare: il cerchio si chiude con una catarsi.
Questo romanzo ci fa viaggiare nella storia umana di un popolo e ci fa respirare tutte le sensazioni che si provarono in quei momenti così bui : la rabbia , la paura , la voglia di riscatto e giustizia , l’isolamento , l’amicizia , la solidarietà . Si ripercorre ogni sensazione attraverso la storia di Felipe e della sua famiglia , non degli eroi , ma persone orgogliose e piene di dignità .
Scritto meravigliosamente bene, è un romanzo pulsante di sentimenti ed emozioni seppur calato nella realtà dell’epoca , quasi un manifesto del neorealismo della prima metà del novecento.
Salvatore Tropea, vive a Torino. E’ stato redattore dell’Avanti! e della Gazzetta del Popolo, ha scritto per Il Globo, Paese Sera, alcuni settimanali. E’ stato tra i fondatori del quotidiano la Repubblica nel quale ha ricoperto varie mansioni. Si è occupato prevalente di problemi del mondo del lavoro e più in generale economici ai quali ha dedicato alcune pubblicazioni. Tra i suoi libri: Le buone società, Ritratti americani, Uomini e ombre.
L’uomo che leggeva il giornale è edito da arabAFenice
Maria Cristina Bozzo
cristinab@vicini.to.it
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