Forse perché la cucina è uno dei luoghi più vissuti della casa, sono in mostra nelle antiche cucine della Palazzina di Caccia di Stupinigi molti scatti inerenti l’idea di famiglia, realizzati lungo settant’anni dal celebre fotografo nato a Parigi, ma naturalizzato americano. Di origini russo-ucraine, Elliott Erwitt è stato regista – di film, spot televisivi e documentari – ma soprattutto fotografo, approdando negli anni ’60 alla rinomata agenzia Magnum Photos, di cui per un periodo fu presidente. Quattro matrimoni, sei figli e innumerevoli nipoti, Erwitt gioca con l’idea di matrimonio e famiglia , che declina nelle forme più disparate, per età, mode e contesti geografici. Le sue fotografie rivelano quanto di ambiguo e sfuggente c’è in un’immagine; il suo sguardo sa accarezzare gli amanti come ironizzare su coppie improbabili o curiose.
Alcune istantanee sono diventate iconiche: dall’immagine promozionale della Provenza, che celebra la francesità di basco e baguette nella relazione nonno-nipote, ad alcuni ritratti che fissano per sempre nella memoria collettiva i potenti della Terra: uno su tutti il volto di Jaqueline Kennedy a lutto, elegante e smarrita eroina della tragedia kennediana.
Bambini e cani, cuore emotivo e spesso buffo della vita domestica, sono oggetto di affettuosa attenzione, protagonisti di raccolte in volumi perché, ha affermato, ”mi piace vedere il mio lavoro pubblicato sui libri”, e la diversa risposta dell’immagine alla parete o sulla pagina.
L’esposizione tematica fa riflettere sui fili che legano l’autore alla storia familiare propria e altrui: la presenza di un numero limitato di opere è un invito a reperire altrove ulteriori testimonianze dello sguardo sulla realtà di Erwitt, quell’uomo che ammette di essere “fortunato perché la fotografia è il mio hobby e anche il mio lavoro.”
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
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