La Sala tessuti al secondo piano di Palazzo Madama presenta una nuova raccolta di abiti e tessuti a cura di Maria Paola Ruffino nell’ottica delle iniziative di rotazione delle dotazioni del museo, secondo un discorso avviato lo scorso anno intorno alla storia del tessuto di seta. Quest’anno i manufatti comprendono anche una scelta di velluti che permettono di raccontare molto bene questa tipologia tessile. Si va da un prodotto iraniano del XIV secolo fino ad arrivare alle manifatture italiane, con una campionatura di ricami religiosi e profani realizzati tra la fine del 500 del 600. La storia della moda è illustrata attraverso capi di abbigliamento maschili e femminili, dal Settecento al Novecento: si va da un prezioso modello in damasco bianco, a un vestito premaman in stile impero, fino a un abito in seta e soprabito in viscosa del 1926, confezionati in occasione di un matrimonio, in abbinamento di una cloche. Alcuni capi sono donazioni avvenute all’interno del progetto “Torino un secolo di moda” lanciato da Palazzo Madama nel 2014, per far conoscere il lavoro di sarte e e modiste cittadine dagli ultimi decenni dell’Ottocento fino agli anni ottanta del Novecento.
Nel Gabinetto Cinese, al primo piano dell’edificio, trova spazio, a cura di Clelia Arnaldi di Balme, una selezione degli oggetti più significativi della raccolta di Attilio Bonci, (Lanzo Torinese 1942 – 2022), chimico e studioso della storia del peltro, donati a Palazzo Madama dagli eredi. Il peltro è una lega composta principalmente di stagno, con l’aggiunta di una piccola percentuale di altri metalli come il rame, il bismuto e l’antimonio. Grazie alla sua duttilità e all’effetto di lucentezza prossimo a quello dell’argento, ma più resistente alle ossidazioni, il peltro viene utilizzato fin dall’epoca dei Romani per realizzare recipienti per il cibo, oggetti per la casa e per il culto. L’arte del peltro si sviluppa particolarmente a partire dalla fine del Cinquecento, raggiungendo livelli artistici molto alti in Germania, in Inghilterra e in Francia. In Italia la produzione si concentra soprattutto in Veneto e nel Piemonte, dove i peltrai sono riuniti in corporazione a partire dal 1634. La collezione Bonci è composta da 128 pezzi, di cui hanno trovato spazio in mostra 80: si va dagli oggetti di uso domestico a quelli medici, dai piatti ai candelieri, dalle teiere ai calamai, fino alle grandi siringhe e gli accessori per i clisteri. Le conoscenze che abbiamo oggi sui peltri piemontesi si devono alle ricerche condotte per tutta la vita dal Bonci, frutto della grande passione del collezionista e confluite in un volume del 2005 edito dal Centro Studi Piemonte. La sua raccolta permette di ricostruire le varie personalità dei peltrai e le loro botteghe, a partire dai punzoni di controllo della qualità della lega e dai documenti. A seconda della quantità di stagno, il peltro si definisce “stagno fino d’Inghilterra”, il migliore, “stagno bianco alla bontà di quel di Lione” e “saldatura chiara”. I mastri peltrai italiani appartenevano alle famiglie Metra, Taudin, Dellabianca, Mazzetti, Sartoris, e trasmettevano la bottega di padre in figlio con la sua dotazione di stampi e di attrezzi, spesso intessendo scambi e legami con i paesi vicini, soprattutto con la Francia e la Svizzera.
INFO UTILI:
SEDE ESPOSITIVA E DATE Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica piazza Castello, Torino
ORARI Lunedì e da mercoledì a domenica: 10.00 – 18.00. Martedì chiuso
BIGLIETTI Incluso nel biglietto di ingresso al museo: intero € 10,00 | ridotto € 8,00
Gratuito Abbonamento Musei e Torino+Piemonte card
INFORMAZIONI palazzomadama@fondazionetorinomusei.it – t. 011 4433501 www.palazzomadamatorino.it
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
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