
La sala della cooperativa sociale e libreria “La Rosa Blu” in Via Col di Lana,7a, ha accolto l’8 aprile scorso Ermis Segatti, della Facoltà Teologica di Torino, con una conferenza sul tema “Sovranismi e Universalismo cristiano”. A suggerire l’approccio ai temi discussione Alberto Riccadonna, Direttore de “La Voce e il Tempo” settimanale della Diocesi di Torino.
Siamo nel pieno dell’attuale crisi mondiale: l’Universalismo cristiano si rivolge a tutti cercando l’uguaglianza anche nella diversita’. I Sovranismi tendono invece a puntare sulle differenze, motivo di disuguaglianza.
Riccadonna nel preparare la discussione ha cercato di mettere in difficoltà l’Intelligenza Artificiale con la domanda “qual è l’opposto di sovranismo”. L’IA se l’è cavata rispondendo su cosa “non è” il sovranismo. Non è Globalismo: la lettura economica secondo cui gli Stati siano ormai interdipendenti. Non l’Internazionalismo : l’idea che la collaborazione tra le Nazioni sia più importante degli interessi nazionali. Nè il il federalismo, declinato nel senso europeo, ossia collaborazione di Stati che trattano tra loro in una forma comune. Infine non è Cosmopolitismo, il vedere tutti come cittadini del mondo. Come peraltro recita l’art. 1 della Carta dell’ONU. Degli uomini di buona volontà che vogliono che le prossime generazioni non debbano più vedere la guerra.
Questo in fondo è lo scenario storico a cui i sovranismi si oppongono.
“Dunque, perché dopo 80 anni vediamo emergere tensioni di senso opposto?”
Sovranismo
Don Ermes Segatti, al concetto di una globalità che deve vedere l’insieme, ma potrebbe non tenere conto della specificità dei diversi problemi che si presentano in luoghi diversi, preferisce concentrarsi sulla parola “cosmo”. Cosmo ci riporta alle culture orientali: come Armonia. Armonia delle cose. Armonia dei rapporti. Ordine. Una unione che impedisce a forze aggressiva di farsi strada.
L’Internazionalismo certo, esprime una società finalmente giusta, ma, almeno quello che abbiamo conosciuto dal marxismo, aveva un’idea di dominanza, di dominio anche con la forza. Si pensi a Cristoforo Colombo che approda sulla spiaggia con accanto un avvocato pronto a trascrivere la dichiarazione di presa di possesso del Nuovo Mondo. Ci sono parole che esprimono una voglia dominativa sul mondo e la esprimono a partire da un pezzo del mondo, un’etnia, una certa civiltà. Cinesizzazione. Russizzazione. Per dire “Il mondo dominato da…”
Semmai, ci riconosciamo nell’universalismo che sprigiona la Carta dei Diritti dell’Uomo. Ciò che è buono, deve essere buono per tutti: i diritti non si concedono, si riconoscono. Anche fratellanza. La fratellanza riconosciuta da Papa Francesco, cifra comune delle due grandi religioni, cristianesimo e islam.
Altro tema diventato centrale nello sguardo della Chiesa sulla società è la salvezza del Pianeta. Persino il lavoro oggi non è più al centro della questione sociale. La consapevolezza che la strada che abbiamo intrapreso, circa la vita sul Pianeta, rischia di portarne alla distruzione. E la consapevolezza che dentro non ci sono solo io, ci vivono anche gli altri. Ma il Pianeta fa parte dell’Universo. Di fronte a questo c’è che si interroga e chi si rinchiude su se stesso. Qual è il contributo che da il cristiano su questa materia?
Immigrazione.
L’immigrazione: altro tema di portata globale. Il sovranismo si chiude all’immigrazione E’ vero, è difficile condividere il benessere; è più facile, piuttosto, combattere la povertà. Meno divisivo. Ma chi viene, non viene a chiedere soldi, viene a chiedere aiuto. Cosa sono questi migranti?: uomini, uomini come noi. La maggioranza dei migranti sono cristiani, ma anche per coloro che non lo sono, comunque non è necessario mediare su temi che riguardano la fede. Bisogna però che le Chiese dei luoghi di partenza si facciano carico del fenomeno. Mettere delle regole in modo che i migranti possano essere accolti dove si presentano. E in Italia c’è un numero ragguardevole di sacerdoti che provengono dalle zone di emigrazione.
Riarmiamoci
Riccadonna propone il tema del riarmo. “C’è il Papa di Roma che parla di fratellanza e quello di Mosca che benedice i cannoni. Come è possibile che i cristiani siano finiti in questa strettoia?”
Don Segatti racconta l’impatto di Kyrill, Patriarca di Mosca sui fedeli. Una volta celebrata la funzione secondo la liturgia ortodossa, il “pontefice Kyrill” scende tra i fedeli e propugna la sua ideologia. Don Segatti legge: “Non dobbiamo ascoltare le grida del mondo, abbiamo un diverso percorso della civiltà. La Russia ha un potenziale colossale per unire un gran numero di Nazioni attorno a sé. Non con l’unificazione militare, ma con un’unica visione del mondo perchè molte nazioni, specie del terzo mondo, sono stanche della propaganda del mondo liberale e delle contraddizioni della loro cultura tradizionale. Ci dicono: tutto il mondo è così e tu sei diverso. No! non è tutto il mondo. E la guerra non è ancora persa. Ma è molto importante che il nostro Paese, che si basa su una tradizione spirituale secolare, che ha trovato il proprio corso di valori morali, sia in grado in un certo senso di rimediare al male globale del mondo…”
Gianpaolo Nardi
gianpaolon@vicini.to.it
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