Venerdì 28 febbraio, presso la biblioteca civica Villa Amoretti, si è svolto il terzo incontro nell’ambito del Progetto LeggerMente (ideato e promosso da cascina Roccafranca, Biblioteche civiche torinesi, Circoscrizione 2 e Libreria Gulliver).
L’ospite era lo scrittore MAURIZIO DE GIOVANNI, con l’ ultimo romanzo, “BUIO” (Einaudi, 2013). Egli è considerato a pieno titolo uno dei più grandi giallisti italiani, dalla cui fantasia sono nate le indagini ambientate nella sua amata città, Napoli.
Nel 2005 De Giovanni vince un concorso per giallisti esordienti con un racconto incentrato sulla figura del commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni ’30. Il personaggio gli ispira un fortunatissimo ciclo di romanzi, pubblicati da Einaudi Stile Libero, che comprende Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia e Vipera (Premio Selezione Bancarella 2013).
Ricciardi ha numerosi lettori appassionati in Italia e all’estero, è tradotto in parecchie lingue. La notizia attesa è che De Giovanni ha in lavorazione il nuovo romanzo che vedrà protagonista ancora una volta il commissario: l’uscita è prevista per giugno.
Ma la genesi di “Buio”? Nel 2012 esce per Mondadori Il metodo del Coccodrillo, dove compare l’ispettore Lojacono, fra i protagonisti della serie dei Bastardi di Pizzofalcone, romanzo ambientato nella Napoli contemporanea; nel 2013 esce, per Einaudi Stile Libero, il secondo libro della serie: “Buio, per i Bastardi di Pizzofalcone”.
In un maggio tiepido, il precario gruppo di investigatori guidato da Gigi Palma si trova a dover fronteggiare un crimine odioso: il rapimento di un bambino di dieci anni, nipote di un ricco imprenditore. Le indagini procedono a fatica, mentre il buio si fa strada nei cuori e nelle anime, e la morsa di una crisi subdola, di cui nessuno può prevedere la fine, stravolge le vite della gente e collassa i sentimenti più profondi….“Erano i peggiori poliziotti della città. Sono stati riuniti in una squadra con la certezza che avrebbero fallito, e loro hanno sorpreso tutti. Li chiamano i Bastardi di Pizzofalcone”.
Non è facile raccontare un crimine contro l’infanzia senza cercarne il facile effetto drammatico, ma De Giovanni vi riesce con delicatezza, senza eccedere. Quei poliziotti dovranno muoversi in un abisso dove non c’è alcuna luce, fatto di rancori e menzogne. Cos’è il buio per questo scrittore? E’ l’ignoto, che ospita i mostri nascosti in ognuno di noi. “Buio, qui dentro. Il buio è sempre pieno di rumori. Il buio non sta mai zitto”.
“Buio” è un romanzo corale, che svela l’umanità dei tanti personaggi e l’umanità stessa di Napoli, città dolente, dai tanti chiaroscuri, capace di incantare. Commenta Corrado Augias: “I numerosi personaggi sono così credibili nelle loro debolezze, desideri e ipocrisie da moltiplicare il numero dei possibili colpevoli lasciando intatta la suspance”.
Non esistono per De Giovanni personaggi letterari buoni o cattivi: questa visione manichea non gli appartiene, i suoi protagonisti sono alla ricerca faticosa di un equilibrio tra ciò che sono e ciò che devono sembrare. Ed ecco emergere il concetto di “eroe”, il vero protagonista di questo libro: è colui che coltiva un’identità “segreta”, è la persona che riesce a guardare e vedere, con animo partecipe, che si compenetra nel dolore e nelle difficoltà del prossimo, che rifugge il buonismo ad effetto.
De Giovanni non è scrittore che ami identificarsi con un personaggio: per lui, chi fa il suo mestiere deve raccontare una storia “guardando dalla finestra”, regalare emozioni letterarie ad un’attività, quella della lettura, che fortunatamente si può ancora svolgere in una meditata solitudine.
Rossella Lajolo
rossellal@vicini.to.it
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